C’è una colazione pagata per te. Oppure un panzerotto con birra rigorosamente ghiacciata. Ed una stretta di mano, una pacca sulla schiena, un abbraccio, tanta ammirazione e stima.
Continuiamo a domandarci chi sei e soprattutto il motivo delle tue dediche rigorosamente a donne che si sono distinte.

Dopo Luce Irigaray questa volta è toccato a Janis Joplin, la cantante rock morta di overdose a 27 anni a Los Angeles nel 1970. Condivise apertamente l’ideale Peace & Love che caratterizzò il movimento hippy: partecipò con altri cantanti e gruppi musicali al Festival di Woodstock e al concerto in memoria di Martin Luther King.

Lo stile emancipato della Joplin fu votato alla difesa dell’uguaglianza fra bianchi e neri e sostenuto da una particolare ammirazione per la musica delle sue cantanti blues preferite. Anche per questo, prima della propria morte acquistò una lapide più dignitosa per Bessie Smith, una cantante jazz di colore, deceduta a seguito di un incidente stradale e non soccorsa subito per via del colore della sua pelle, una versione dei fatti successivamente smentita.

“Sul palco faccio l’amore con 25.000 persone, poi torno a casa da sola” disse un giorno durante un’intervista, e forse proprio alla sua solitudine hai voluto dedicare la fu Via Nicolai.
E quel foglietto accanto, un invito a partecipare alla giornata mondiale contro la violenza sulla donne organizzata a Roma lo scorso 25 Aprile.

C’eri anche te su quel pullman? Oppure l’hai organizzata la trasferta da Bari? Sei te che leggi i messaggi che ho mandato sul gruppo FB di “Non una di meno Bari” dove chiedo informazioni? Magari sei un uomo, come me chiamato “femminista stronzo” perché hai preso le difese di una collega maltrattata dal fidanzato? Oppure sei stata maltrattata da qualche bastardo: era il tuo fidanzato? Tuo marito? Tuo padre?

Troppe cose vorremmo sapere ed al tempo stesso vorremmo spiegare che il tuo gesto non è silenzioso esibizionismo ma potrebbe essere una rumorosa protesta, nascosta in ognuno di noi e pronta a scoppiare.

Per ora ci piace l’idea di cercare questi cartelli, queste dediche che fai a grandi donne del nostro tempo. Ci sentiamo un po’ investigatori, un po’ psicologi, un po’ curiosi, ma soprattutto molto contenti che esista ancora un po’ di rispetto verso la donna o che qualcuna non ha voluto abbassare il capo.

E quindi ti rinnoviamo l’invito a scriverci a [email protected] e ti garantiamo, come sempre, l’anonimato. Noi continueremo a camminare per via Nicolai, cercando la prossima dedica, sperando ancora di poterti conoscere.