La qualità dell’aria non migliora e il trasporto pubblico non decolla. Basterebbero questi due indicatori per motivare il deludente risultato di Bari nella classifica della vivibilità ambientale.

Lo studio, realizzato in collaborazione fra il Sole24ore e Legambiente, prende in esame  la vivibilità e le performance ambientali delle città capoluogo in tutta Italia attraverso l’analisi scrupolosa di 17 indicatori.

Il capoluogo pugliese, infatti, si è piazzato all’84esimo posto perdendo ben 15 posizioni rispetto allo scorso anno: lontane, anzi, lontanissime le prime posizioni dove si piazzano Macerata, Verbania e Mantova. Bari, così come le altre città pugliesi, risulta anche agli ultimi posti per numero di aree verdi fruibili.

In un quadro a tinte fosche, l’unica notizia positiva è il premio che Legambiente ha infatti riservato per la Velostazione di Bari, prima nel Sud Italia, e per l’avvio del cantiere per la bonifica permanente della ex Fibronit.

“Ancora una classifica delle città italiane che vede  Bari nelle ultime posizioni – attacca l’opposizione in nota firmata da Carrieri, Melchiorre e Romito – un disastro, l’ennesimo dell’amministrazione Decaro. Dopo 12 anni di amministrazione della Città da parte del centrosinistra, Bari quindi non solo è sempre agli ultimi posti di quasi tutte le classifiche, ma addirittura peggiora”.