Con una delibera del 29 luglio scorso la ASL BARI ha concesso 7,5 milioni di euro alla Mater Dei di Bari per l’apertura di un Pronto soccorso privato. Il consigliere regionale M5S membro della commissione salute Marco Galante commenta così: “Nella regione Puglia sta prendendo sempre più corpo il disegno, ormai noto a tutti, della privatizzazione della sanità. Questo in una regione con un Governo di pseudo sinistra che dovrebbe avere come principi di base la tutela dell’interesse pubblico, soprattutto in settori come quello della salute”.

Il plauso di alcuni esponenti dei partiti di destra, che hanno parlato di una scelta corretta fatta nel nome del liberismo economico, ha inasprito ancor di più i toni del consigliere grillino. “La salute non deve creare profitto economico  – commenta Galante -. Quello che sta accadendo con questa delibera è affidare la parte più importante della sanità ad un privato, che ha come primo obiettivo il guadagno. Sarebbe stato più opportuno destinare quei 7,5 milioni di euro per migliorare i Pronto soccorso degli ospedali e a ciò va aggiunto che si tratta di una cifra ipotetica quanto provvisoria, in quanto le prestazioni di un Pronto soccorso non sono calcolabili alla stregua dei semplici DRG. Si sarebbe potuto evitare un piano d’emergenza estivo che prevede le chiusure di diversi Pronto soccorso, che accorpa i reparti e diminuisce inesorabilmente l’offerta di servizi ai cittadini”.

“Qui si continua a parlare di sanità in termini ragionieristici – conclude Galante – con l’alibi del Decreto Ministeriale n. 70 che impone il riordino ospedaliero, senza una vera programmazione sanitaria, né una corretta distribuzione delle risorse. Le scelte dovrebbero basarsi sui dati epidemiologici e liste d’attesa, individuando gli sprechi, facendo una vera battaglia alle frodi e agli abusi ed invece si continua a togliere al pubblico per dare al privato”.

Gli fa eco il collega pentastellato Mario Conca, che propone anche una serie di interrogativi. “Diversi sono gli interrogativi che mi pongo in merito a tale decisione, che ritengo essere un cavallo di Troia che aprirà sempre più la strada ai convenzionati, neanche la disastrata sanità abruzzese aveva osato tanto. In primis, in un Pronto Soccorso dovrebbero esserci dei posti letto in attesa di posti in reparto, i cosiddetti OBI, che eviterebbero ricoveri affrettati e inappropriati. Ci sono? Notoriamente la Mater Dei era abituata all’elezione, siamo certi che ora riuscirà a gestire le emergenze? Se dovesse arrivare un paziente in coma che necessita di rianimazione, lo trasferiscono  altrove per giungervi cadavere? Alla Mater Dei c’è un vero reparto di rianimazione? È possibile l’accreditamento in condizioni di non sicurezza? Per non parlare poi dell’accettazione delle gravidanze difficili che invece sono puntualmente scaricate sul Di Venere, che è oltretutto a corto di personale, in quanto il nosocomio privato non ha la terapia intensiva neonatale che il D.M. 70/2015 prevede come obbligatoria per le strutture che superano i mille parti come nel caso di specie. Questi fondi sarebbero serviti più dove quotidianamente si fa vera emergenza e non “medicina selezionata”, ove vi sono medici sotto pagati ed ex primari che da una parte godono di pensione, di benefit dai DRG e attività privata e dall’altra sottraggono posti a giovani medici costretti ad emigrare”.