A maggio del 2005, il signor Di Giuseppe compra un terreno edificabile adiacente all’area che avrebbe ospitato, di lì a qualche mese, il campo rom di Jiapigia. L’idea iniziale, visti anche i progetti del Comune per realizzare un villaggio con strutture stabili, è quella di edificare una casa per suo figlio. Le cose, però, non sono andate secondo i piani.

Il primo dei problemi è una questione di abusivismo, da parte del Comune. Un’ampia zona a ridosso dell’ingresso del campo ricade nella proprietà del signor Di Giuseppe. Qui l’amministrazione emiliano fece erigere i bagni dell’insediamento, interrando tubature e scarichi, il tutto senza l’autorizzazione del proprietario.

Da diverso tempo, però, i bagni sono rotti. Dal Comune, ci spiega il capo della comunità rom, sono stati mandati dei tecnici che, invece di aggiustarli, hanno bloccato gli impianti e coperto il tutto con della brecciolina. Morale della favola, i residenti usano come latrina un casolare all’interno della proprieta del signor Di Giuseppe.

In aggiunta a tutto questo, con l’andar degli anni, alcuni membri della comunità in maniera autonoma hanno cominciato a occupare abusivamente un’ampia zona della proprieta del signor Di Giuseppe, aprendo brecce nella recinzione, estendendosi nell’area con oche e galline e trasformandola nel tempo in una discarica di immondizia.

Daniel Tomescu, capo della comunità rom, ci spiega che a occupare l’area fuori dai confini del campo sono tre famiglie, di cui solo una da lungo tempo, le altre due, solo recentemente. Tomescu spiega che gli abusivi hanno eretto le proprie baracche in quella zona nonostante il suo parere contrario e la loro condotta è in netto contrasto con quanto accade nel resto del campo.

La differenza, in effetti, salta immediatamente agli occhi per chi visita l’insediamento dove, nella parte autorizzata, regna l’ordine. Il campo è tenuto pulito, trattandosi pur sempre di una baraccopoli in area verde, a differenza della zona abusiva che versa in condizioni di sporcizia e incuria.Tomescu, tuttavia, si è impegnato a far ristabilire l’ordine nel campo e a riportare la situazione a norma di legge.

L’appuntamento è fra una settimana. Torneremo all’insediamento e, soprattutto, nell’area occupata di proprietà del signor Di Giuseppe, per vefificare che tutto sia stato pulito e sgomberato.