Si riparte dalle ceneri, nessuna ricostruzione integrale. Cominciano ad emergere le prime indiscrezioni sul piano industriale delle Ferrovie Sud Est. Non si conoscono numeri ufficiali (è questione di giorni), ma la riorganizzazione prevede senza dubbio un notevole ridimensionamento su tutta la linea. Nonostante il pesce puzzi dalla testa, però, non è in vista alcuna pulizia di primavera. Il piano industriale è nella fase caldissima. Il commissario Andrea Viero e subcommissari Nico Mariani e Angelo Mautone stanno ascoltando persone e mettendo le carte a posto dopo lo sfacelo apocalittico attribuito all’ex amministratore Luigi Fiorillo, con un buco impressionante, seppure le cifre sembrano esserese inferiori a quelle annunciate.

Una questione di colcoli, ma questa è un’altra storia. Dicevamo del pesce e della testa puzzolente. Non arrivano conferme ufficiali, ma neppure smentite sulla spinosa questione legata alla posizione dei dirigenti. Da un lato la voglia di ripartire e fare piazza pulita, anche perché neppure i muri credono che tutto lo sfacelo sia capitato sotto gli occhi inconsapevoli dei nove dirigenti, avete capito bene nove dirigenti; dall’altro la necessità di dover andare avanti.

I dirigenti da subito dovrebbero essere ridotti e passare da nove a sette. Non arrivano conferme ufficilai sul fatto che possa trattarsi di due licenziamenti. Con assoluta certezza, però, si può dire che si tratta di persone non gradite. Per altri tre gira voce di un declassamento. Gli ultimi quattro, invece, non dovrebbero essere neppure sclafiti dal piano industriale.

Certo, ci sono dei dettagli importanti e non trascurabili, come l’imminente pensionamento di due di loro e quindi le Ferrovie Sud Est se ne libererebbero senza sostituirli, in breve tempo e in maniera naturale. L’obiettivo, infatti, è quello di ridurre i ruoli dirigenziali al minimo necessario.

Alla luce di questa situazione, il compito del nuovo direttore generale non sarà facile, sopratutto perché non potrà lasciare la sua impronta, nella buona o nella cattiva sorte. Almeno nella fase iniziale dovrà attenersi agli ordini imposti da chi sta cercando di restituire dignità al pozzo senza fondo che le Ferrovie Sud Est sono state finora. Intanto la magistratura continua il suo lavoro. L’impressione che si ha, anche dopo le pressioni del Presidente del Consiglio Matteo Renzi, è quella che si voglia chiudere la prima parte della faccenda in modo tempestivo.