“Avevamo scritto ai competenti uffici regionali, su segnalazione di alcuni comitati cittadini, per l’evidente mancanza di adempimenti VAS nella deliberazione di giunta comunale che ha autorizzato la variante al piano particolareggiato di Carrassi, propedeutica allo smantellamento dello storico cinema Armenise di Bari. Oggi gli uffici regionali ci hanno dato ragione e, con una lettera indirizzata al settore urbanistica del Comune di Bari, hanno richiesto chiarimenti in merito alle anomalie evidenziate nella procedura autorizzativa. In assenza di VAS la variante non può che ritenersi nulla e di conseguenza i lavori di smantellamento del cinema Armenise vanno immediatamente stoppati in attesa di adeguati accertamenti”.  Queste le dichiarazioni del consigliere regionale M5S Mario Conca che in data 25 febbraio aveva denunciato la totale assenza di riferimenti alla procedura VAS, come da prescrizioni di LR 44/2012 e del conseguente Regolamento attuativo n. 18 del 2013. Il consigliere aveva chiesto che venissero attivate con massima urgenza tutte le procedure finalizzate alla verifica di assoggettabilità/non assoggettabilità a VAS della suddetta variante e in caso di esito negativo del riscontro, l’immediato avvio della procedura di annullamento.

In data odierna la risposta da parte del Servizio VAS della Sezione Ecologia del “Dipartimento mobilità, qualità urbana, opere pubbliche e paesaggio” della Regione Puglia che ha confermato i rilievi del consigliere M5S comunicando che agli atti del suddetto Servizio “non risultano informazioni in merito all’assolvimento degli adempimenti di legge in materia di VAS” invitando pertanto l’amministrazione del Comune di Bari a “voler fornire i necessari chiarimenti in riscontro a quanto segnalato dal consigliere regionale”.

La vicenda arriva dopo che anche i consiglieri comunali del M5S di Bari, Sabino Mangano e Francesco Colella, avevano depositato, qualche settimana fa, una mozione urgente che impegnava il Sindaco ad emanare, in autotutela, un provvedimento di sospensione per il permesso di costruire sia perché detto intervento risultava difforme dal P.P. approvato nel 2005 modificando la dotazione degli standard fissati per l’area, sia perché risultava opportuno verificare la completezza dei documenti allegati alla stessa. Tale mozione fu bocciata dal Consiglio comunale.