Il novanta per cento degli autisti dell’Amtab ha aderito allo sciopero proclamato questa mattina. Dunque il servizio di trasporto ripreso alle 12.30 sarà sospeso nuovamente dalle 15.30 alle 19.30. A confermarci la percentuale è il Segretario Provinciale CISAS Michele Lepore che ci spiega anche la situazione attuale di rapporti tra sindacati e azienda. “L’Amtab, nonostante ci fossero stati piccoli segnali di conciliazione con i sindacati, nell’ultima riunione in Prefettura ha inasprito le richieste nei confronti del portafoglio dei lavoratori”.
La Cisas è stata convocata dall’Amtab, dopo le minacce di attività antisindacale rivolte alla municipalizzata, per giovedì 28 gennaio. “Se non abbiamo alcun tipo di accordo, proclameremo nuovamente lo sciopero”. E se da un lato il sindacato lotta per evitare che i lavoratori possano rimetterci di tasca loro, cercando trattative con l’azienda, dall’altra parte c’è un movimento che pare andare contro i sindacati stessi. Si fanno chiamare “Cambiamenti” ma, secondo quanto sottolineato da Lepore, non sono un vero e proprio sindacato. “Non sono riconosciuti a nessun livello. Loro volevano entrare in azienda per sedersi al tavolo delle trattative ma l’Amtab ha detto di no. Ora andranno in Cassazione a Roma per vedere se saranno riconosciuti ufficialmente come movimento sindacale. Oggi – tuona il Segretario Provinciale Cisas – hanno tentato di boicottare lo sciopero per delle assurde motivazioni, facendo l’occhiolino all’azienda”.
Perché Cambiamenti, ossia il Movimento 410, è contrario a questo sciopero. “Questa gente rema contro i rappresentati sindacali che svolgono il turno Sas, ossia il primo turno fisso che deriva dalla contrattazione aziendale”. Per spiegare meglio, dopo il primo turno di lavoro si resta in azienda a disposizione dei lavoratori. Infine ci si va a sedere per trattare con l’azienda. Ed è in questa circostanza che vengono fuori i permessi sindacali. “Si tratta di cinquanta euro al giorno più altri venti euro di premio produttività. Il Movimento 410 vuole che il premio di produzione e quello di indennità non venga dato più al lavoratore. In sostanza dovremmo rimetterci personalmente, nonostante siamo noi ad andarci a sedere al tavolo delle contrattazioni per tutelare anche i loro interessi”.