Sulla facciata del palazzo del Consiglio Regionale, in via Capruzzi, da qualche giorno campeggia uno striscione. Un’espressione di solidarietà al PM Antonino Di Matteo, divenuto sintesi della lotta al crimine organizzato, voluta dalle associazioni antimafie Agende Rosse e Rita Atria.

La Puglia è la prima Regione italiana ad esporre e condividere con i suoi cittadini, un messaggio grafico con chiaro riferimento al processo sulla trattativa Stato-Mafia e schierandosi dalla parte di Nino Di Matteo – scrivono, in un comunicato congiunto, Savino Percoco, del Coordinamento Agende Rosse della Provincia di Bari e Jhonathan Nardella, referente Associazione Rita Atria, Presidio Bari – Noi Associazioni antimafie non possiamo ritenerci completamente soddisfatti, poiché la nostra richiesta di Odg, consegnata e protocollata il 2 Ottobre u.s. , è stata solo in parte considerata e approvata.”

Il testo del documento presentato dalle associazioni, riferiscono i due referenti, è giunto in aula stravolto, ridimensionato e privo di alcune proposte come la pubblicazione dell’immagine raffigurante lo striscione anche come banner ipertestuale nella home page del sito della Regione Puglia, ma soprattutto nel testo letto e votato dall’intero arco consiliare pugliese non vi è traccia della richiesta di inviare delle missive attinenti al tema  all’indirizzo, tra gli altri, del Presidente della Repubblica e del Presidente del Consiglio dei Ministri. Inoltrate invece solamente al Csm, al Ministro degli Interni, al Ministro della Giustizia e allo stesso Di Matteo, ma senza renderne pubblico il contenuto.

“Risulta poi poco chiara la modalità di adesione da parte della Regione Puglia alla manifestazione nazionale di solidarietà nei confronti del PM Di Matteo e contro il reiterato silenzio delle Istituzioni nazionali e locali alle continue minacce a Lui rivolte, in programma il 14 Novembre a Roma – continuano i referenti – Prendiamo atto che finalmente un Consiglio Regionale manifesti un’iniziativa attinente alla lotta alla mafia che tuteli anche quegli uomini più esposti, ma non possiamo accontentarci di elemosinare come una concessione il sostegno e il rispetto che lo Stato dovrebbe garantire a tutti.
E’ necessaria una maggiore presa di coscienza e responsabilità da parte delle Istituzioni, in quanto la mafia e in particolare le infiltrazioni all’interno dello Stato, rappresentano un problema estremamente grave che non deve uscire dalla priorità di Governo”.