“Non sussistono condizioni gestionali o provvedimentali che giustifichino la revoca del Direttore Generale, potere di revoca che sarebbe difficile ipotizzare tenuto conto che il DG viene nominato dal CIV, né del CIV stesso, in considerazione che non sussiste l’obbligo di controllo nel senso voluto dalla mozione”. Questa la conclusione della relazione presentata questa mattina in III commissione dal vice presidente Paolo Pellegrino, in merito alla questione dell’IRCCS Oncologico di Bari ma Antonio Quaranta lascia comunque l’incarico.

Il Direttore Generale del Giovanni Paolo II ha protocollato le sue dimissioni poco dopo la decisione della Regione. Bisognerà aspettare i due mesi di preavviso previsti dalla legge, dunque il 31 gennaio 2016, ma la sostanza non cambia. Con lui decadono anche il direttore sanitario e il direttore amministrativo. Restano ancora al loro posto solo tre componenti del Civ.

“La decisione presa dalla Commissione è stata pilatesca – dice Domenico Losacco, rsu per la Fials – da una parte dice di non avere potere istruttorio e investigativo però dall’altra, nella sua relazione, dice che non ci sono gli estremi per dimissionare Quaranta. Un giudizio, a parere nostro, decisamente superficiale che non ha tenuto conto per nulla delle doglianze e delle denunce dei sindacati. Contestualmente, apprendiamo con soddisfazione delle dimissioni del Direttore Generale che ha ammesso finalmente l’incompatibilità con organizzazioni sindacali e lavoratori dell’Oncologico nell’interesse supremo dell’Istituto. In questo modo, siamo convinti, si ripristinerà presto un clima di serenità che gioverà senza dubbio anche all’utenza”.