Questa mattina, a Palazzo di Città, la ministra della Semplificazione e della Pubblica amministrazione Marianna Madia, in visita istituzionale a Bari ha consegnato la targa di encomio al tecnico perfusionista Carlo Mancini in servizio presso l’ospedale pediatrico Giovanni XXIII che lavorando ininterrottamente per 41 ore lo scorso 21 febbraio ha salvato la vita ad un neonato.

«Ringrazio il sindaco di Bari per avermi ospitato nella casa comunale – ha dichiarato la ministra Madia – quando ho letto la storia di Carlo Mancini mi sono entusiasmata. Lui, dipendente della pubblica amministrazione, è stato 41 ore a lavoro salvando la vita di un neonato. Nonostante la rappresentazione decadente con cui viene raccontata spesso la pubblica amministrazione, ci sono tante persone che continuano a fare il loro lavoro seriamente. Nella riforma che stiamo realizzando vogliamo provare a introdurre meccanismi che premiano chi fa bene il proprio lavoro e puniscano chi lo fa male. In questa maniera crediamo di offrire un’amministrazione che funzioni bene. In nome della Repubblica italiana, sono onorata di dire a Carlo che rappresenta il volto di quel motore che consentirà presto di migliorare la vita di 60 milioni di cittadini. In più, da madre e da cittadina, ti dico grazie».

«Oggi con la ministra della Pubblica amministrazione Marianna Madia – ha aggiunto Decaro – premiamo Carlo Mancini, tecnico perfusionista dell’ospedale pediatrico Giovanni XXIII di Bari che per una serie di coincidenze è rimasto ininterrottamente per 41 ore accanto a un bambino di tre mesi, in rianimazione, perché le sue condizioni erano peggiorate. Ben 41 ore consecutive, senza battere ciglio, salvandogli la vita».

«Siamo la sanità migliore del mondo – ha concluso Vitangelo Dattoli, direttore generale del Policlinico di Bari e dell’ospedale Giovanni XXIII – nonostante tante difficoltà, riusciamo a garantire livelli di eccezionalità. Per me è un onore rappresentare la più grande realtà ospedaliera del territorio. Noi abbiamo bisogno del supporto di tutti nella sanità: cittadini, operatori, istituzioni perché siamo molto esposti al giudizio. Viviamo tante difficoltà ma vogliamo farcela”.