«Pochi ma buoni». È orgoglioso e fiero di essere presente alla manifestazione in piazza Libertà il Vigile Urbano che, assieme ad una cinquantina di colleghi, ha chiesto un incontro con il Prefetto di Bari Antonio Nunziante. Ha voluto farsi vedere, far sentire la sua voce, appoggiare i sindacati. Perché era necessario lanciare un segnale importante, ma rivolto a chi?

Sì, perché l’amico Vigile, intervistato dal nostro inviato, forse preso da un eccesso di zelo ha voluto far notare alle nostre telecamere la sua presenza fisica urlando quel “pochi ma buoni” in un’occasione tanto importante. Poi, vistosi puntare la telecamera in faccia, neanche fosse stato sorpreso ad andare a fare la spesa durante l’orario di lavoro, ha tenuto a precisare di non poter rilasciare dichiarazioni senza previa autorizzazione.

Ora, non vogliamo entrare nel merito di quelli che possono essere i più che legittimi ordini di servizio imposti dall’Altissimo. Ci domandiamo, però, che cosa spinge un lavoratore ad aver paura di una telecamera o meglio, ad aver paura di chi è lì, chiamato da lui e dai suoi colleghi, proprio per far sentire la loro voce? Ci teniamo a precisare che altri suoi sodali in divisa hanno chiarito la propria posizione personale e quella dei sindacati che rappresentano la Polizia Locale.

L’amico Vigile voleva forse essere la voce fuori dal coro. Non lo sappiamo. A noi è parso più il condottiero che urla “Armiamoci e partite”.