Burocrazia, scarica barile, impunità e menefreghismo rischiano di paralizzare il trasporto dei pazienti dializzati in provincia di Bari. Associazioni e cooperative non hanno più i soldi per comprare il carburante da mettere nelle auto e nelle ambulanze e adesso minacciano lo sciopero. La storia che vi raccontiamo – al netto di calcune magagne sulla pelle dei dializzati, che vi racconteremo – ha tutte le caratteristiche tipiche dell’andazzo generale che ha preso la sanità pugliese e quella barese in particolare. Sette delle venti associazioni e cooperative accreditate nel 2012 al trasporto dei dializzati (più altre due non accreditate, ma con tutti i requisiti necessari) si sono rivolti a un avvocato e hanno scritto al Prefetto di Bari Antonio Nunziante, chidendo il suo intervento per risolvere una questione che – non fosse vera – sembrerebbe una barzelletta. C’è un nuovo albo degli accreditati con relativo avviso pubblico, che apre a nuove realtà, ci sono tariffe migliori per chi si occupa del trasporto, ma è tutto bloccato perché nessuno rilascia l’indispensabile licenza N.C.C (noleggio con conducente) richiesta dall’avviso pubblico. A pagare le conseguenze dell’assurda situazione sono come sempre i lavoratori e i pazienti, già abbastanza provati.

IL PARADOSSO – Il 31 maggio del 2013 la Asl di Bari, con delibera n. 992 e con il successivo avviso pubblico (prot. n. 2188/1 del 5 febbraio 2014) avvia la proceduta per l’aggiornamento dell’elenco degli operatori accreditati al servizio di trasporto dei dializzati. E qui arriva l’assurdità delle assurdità. L’avviso richiede agli operatori – quale condizione essenziale per l’accreditamento – il possesso della licenza N.C.C. Oggi – per la cronaca – nessuno degli iscritti al vecchio albo ha la licenza. Di fatto è irregolre, ma solo di fronte all’ottusità delle legge italiana. Il guaio è che questa benedetta licenza non la rilascia nessuno.

LO SCARICA BARILE – Il Comune di Bari dice che è competenza della Regione; la Regione scarica sulla Asl; la Asl si tira fuori. Alla luce del paradosso, la Asl il 2 luglio del 2013 (prot. 117606/1) sospende la pubblicazione del nuovo albo. Il 5 febbraio scorso, però, l’Azienda sanitaria locale inaspetatamente prende il toro per le corna e, visto che la situazione non si sblocca, riattiva il procedimento per la revisione dell’albo, scrivendo: “…vista l’assenza di riscontro da parte del competente Assessorato Regionale e considerata la necessità di continuare ad assicurare il servizio che altrimenti cesserebbe con grave danno per gli assistiti”.

SOLO FUFFA – A quasi due anni l’albo aperto a nuovi operatori e con le nuove tariffe per il trasporto non è stato ancora pubblicato. Secondo alcune indiscrezioni pare addirittura che la Asl, in questo periodo di particolare attività del direttore generale Domenico Colasanto, voglia cancellare tutto con un colpo di spugna, mandando all’aria la graduatoria praticamente già predisposta.

L’ADEGUAMENTO ECONOMICO – L’aumento tariffario previsto dall’avviso pubblico bloccato sarebbe di circa il 20% rispetto alle attuali tariffe ferme a queste cifre: trasporto urbano con auto 23,40 euro, trasporto urbano con ambulanza 35 euro, trasporto extraurbano con auto 1,08 euro a chilometro, trasporto extraurbano con ambulanza 1,45 euro a chilometro. Nonostante lettere, note e sollecitazioni di ogni tipo non si riesce a capire chi debba rilasciare la licenza di noleggio con conducente.

IL CANE CHE SI MORDE LA CODA – Il Comune di Bari scrive: «in mancanza di tali atti lo scrivente ufficio non può rilasciare alcuna licenza di noleggio con conducente». Quali atti? Atti legislativi o regolamenti attuativi che stabiliscano le modalità per il rilascio delle licenze N.C.C.. A rilasciarli dovrebbero essere gli enti regionali. La Regione, invece, spiega che la legge regionale n. 14 del 03.04.1995, con le modalità di attuazione della legge n. 21 del 15 gennaio 1992, ha delegato ai Comuni le funzioni amministrative in materia di trasporti pubblici non di linea, «tra cui il rilascio di licenze per l’esercizio del servizio taxi e delle autorizzazioni per l’esercizio del servizio di noleggio con conducente». La Asl, dal canto suo, il 29 luglio scorso scrive che «questa Azienda procederà, al solo fine di scongiurare interruzioni di pubblico servizio, alla conclusione del procedimento, soprassedendo all’accertamento del predetto requisito in capo ai concorrenti». Tra il dire e il fare, si sa, c’è di mezzo il mare.

IL DANNO DOPPIO – Da un lato gli operatori già accreditati al trasporto dei dializzati (delibera n. 1355/2012 e ss. m. e i.) non possono contare sulle nuove tariffe per il trasporto previste nel nuovo avviso pubblico, che contemplano rimborsi più adeguati agli esponenziali rincari delle materie prime, a cominciare dal carburante; dall’altro lato, gli operatori che invece non sono iscritti, non hanno possibilità, pur avendone i requisiti, di essere accreditati al trasporto dei pazienti emodializzati.

LA MORALE – A breve, le associazioni e le cooperative potrebbero non avere più soldi per comprare il carburante e quindi potrebbero non essere più in grado di espletare il servizio. Il 27 ottobre scorso, in attesa che la questione venga risolta in maniera definitiva, hanno chiesto a Regione Puglia e Asl di Bari, di dare seguito al nuovo albo, affermando di essere intenzionate a proclamare uno sciopero. A questo punto l’appello al Prefetto e alla Commissione di Garanzia, per l’avvio l’avvio della procedura amministrativa di conciliazione, con la quale trovare una soluzione. In caso contrario il servizio rischia la paralisi per manifesta burocrazia.