La gola profonda negli uffici amministrativi della Fondazione Petruzzelli, in via Dante 25, riferisce nuovi particolari sulla bolletta telefonica da 10mila euro che ha costretto il sovrintendente Biscardi a presentarsi in Questura.

Secondo alcune indiscrezioni, le telefonate fatte fra gli altri in Nepal e in Afghanistan, sarebbero state effettuate dall’interno 850, proprio una delle utenze di via Dante 25. La vicenda sta creando non pochi imbarazzi, soprattutto perché pare che il cerchio si stia stringendo. Il corvo, così come altri dipendenti della Fondazione, avrebbe personalmente ascoltato una persona che aveva accesso agli uffici, quindi anche nelle ore notturne, parlare di conoscenze e amicizie nepalesi.

Non viene tuttavia completamente esclusa la pista dell’hacker, qualcuno che per ragioni tutte da comprendere avrebbe forzato la rete della Fondazione. Questo, secondo molti, sarebbe addirittura più grave del telefonista strafottente. Il pirata informatico poterebbe essere infatti entrato in possesso di dati sensibili, indirizzi, numeri di telefono, numeri di conto corrente, di artisti e chiunque altro sia transitato dagli uffici della Fondazione. Questa seconda ipotesi solleva dubbi sulla sicurezza della rete telematica di cui si serve l’Ente.

Se, come più probabile, qualcuno avesse chiamato l’altro capo del mondo per interessi personali, sarebbe il caso restituisca l’ingente somma addebitata ingiustamente alla Fondazione.