A proposito delle consulenze del Petruzzelli, abbiamo voluto sapere qualcosa di più andando direttamente negli uffici amministrativi della Fondazione, in via Dante, per parlare col direttore amministrativo, il ragionier Vito Longo. Al teatro abbiamo trovato anche una delle due consulenti direttamente interessate, Luciana Visci, coordinatrice alla produzione della Fondazione.

Il nostro articolo sulle consulenze inutili ha suscitato lo sdegno di molti e, a giudicare dai commenti che sono spuntati sotto il pezzo, le ire di qualcuno dei dipendenti. Celato da uno pseudonimo, un lettore, probabilmente dipendente della Fondazione, in base a ciò che scrive, ha attaccato il nostro lavoro, criticando il nostro modo di reperire informazioni e di comunicarle ai lettori. Approfittiamo per rispondere al nostro lettore e lo invitiamo, in nome della corretta informazione che meritano i lettori, a non nascondersi dietro un falso nome.

Sullo “insulso e sgrammaticato scribacchino” non entriamo nel merito. Piuttosto, sul come possa un giornalista essere a conoscenza di informazioni come queste, ci permettiamo di rispondere con una domanda – lo sappiamo, non si fa, ma ribaltare gli schemi è sempre stato un nostro modus operandi – che razza di giornalisti saremmo, piuttosto, se non riuscissimo a venire in possesso di informazioni simili? Se ci limitassimo a galleggiare sulla superficie delle cose, senza mettere la testa nell’acqua torbida per vedere di cosa è sporca, non saremmo giornalisti, ma semplici passacarte. Il giornalista è spesso paragonato al cane, per la sua capacità di fiutare le notizie, ma al contrario di quanto accade coi veri quadrupedi, un giornalista cane è tanto più pericoloso quanto più è “ammaestrato”. Chi siano le nostre fonti è una cosa che riguarda esclusivamente noi e la magistratura, qualora questa volesse conoscerla, e siamo completamente d’accordo sul fatto che i cittadini meritino un’informazione completa, purtroppo per tutti, però, è difficile ottenerla quando ci si scontra contro il silenzio delle istituzioni.

Ecco il commento cui diamo risposta: “Gentile cittadino indignato Loconte, sono un cittadino pure io, assiduo frequentatore di teatri e profondo conoscitore della situazione teatral-political-sindacal creatasi nel massimo cittadino.
Mi permetta lo sdegno!!!! Come può un giornalista (???) essere a conoscenza di siffatte informazioni?? La retribuzione delle nostre è invero presente presso il sito ufficiale del teatro ma, come può, Lei, insulso scribacchino, arrivare al raddoppio delle stesse?
Forse il suo informatore è colui/ei che potrebbe svolgere i famigerati incarichi nello stesso modo e con grosso (?) risparmio??? Sarei certo meno cittadino indignato se, accanto ai nomi delle accusate apparissero pure i nomi dei “salvatori della patria”…. Timeo Danaos et dona ferentes…
Sappia, sgrammaticato scrivano, che i cittadini, sdegnati o non, si meritano un’informazione completa!”