Un’altra azienda della zona industriale tra Bari e Modugno naviga a vista, così a vista che la Cgil esprime la sua preoccupazione sul futuro della Osram. Duecentoventi dipendenti, una riduzione periodica dell’organico, un uso costante della cassa integrazione – prassi ormai conslidata in Puglia – sono il quadro niente affatto tranquillizzante.

A buttare altra benzina sul fuoco è stato un comunicato arrivato direttamente dalla Germania, la casa madre. Le firme sono quelle autorevoli del ceo Wolfgang Dehen e del cfo Klaus Patzak. Senza troppi giri di parole viene annunciato un ulteriore piano di riduzione dei costi, che prevede il taglio di 7.800 unità a livello globale (25% del totale degli occupati nei 33 stabilimenti Osram del mondo), dei quali 1.700 in Germania e 6.100 nel resto del pianeta.

La Cgil fa sapere che in Italia Osram è presente con due stabilimenti produttivi, uno a Treviso e uno a Modugno. I tagli riguarderanno le produzioni di lampade “tradizionali”, ormai superate dalla tecnologia a led. Un piano triennale sul quale la Cgil chiede un intervento immediato.

«Siamo fortemente preoccupati per le sorti dello stabilimento Osram e dei suoi 220 dipendenti – dichiara il Segretario Generale della Filctem Cgil Bari Bari Giuseppe Altamura – in quanto lo stabilimento è dedito alle produzioni di lampade “tradizionali”.  Da molto tempo, – continua Altamura – nell’ambito degli incontri nazionali con l’azienda, chiediamo quali intenzioni ci siano sullo stabilimento di Modugno, evidenziando le potenzialità del sito e l’indubbia e dimostrata capacità dei suoi dipendenti ad affrontare e vincere le sfide più difficili. Non vogliamo neanche pensare alla possibilità che lo stabilimento di Modugno possa rientrare nel piano di tagli appena annunciato: in caso contrario siamo pronti a porre in essere tutte le azioni utili a scongiurare tale eventualità, dal coinvolgimento delle istituzioni a tutti i livelli a campagne che pongano all’attenzione dei consumatori gli effetti delle le scelte di un noto marchio sui suoi lavoratori».

Sulla vicenda è intervenuto anche il segretario generale della Cgil Bari, Pino Gesmundo. «Dobbiamo intervenire subito. La Osram non deve diventare l’ennesima situazione di emergenza nella già pesantemente colpita zona industriale di Bari», tuona Gesmundo. L’ennesima bomba a orologeria. «Apriamo subito un tavolo di confronto a livello istituzionale per prevenire ciò che potrebbe diventare l’ennesima emergenza occupazionale – conclude Gemsundo – che invita le istituzioni locali a farsi carico del monitoraggio, per impedire negative ricadute sul piano occupazionale rispetto a scelte aziendali non condivise e a discapito dei lavoratori».