Il 2013 non sarà ricordato sicuramente per i successi ottenuti sul piano occupazionale, anzi. In Puglia, come in tutto il mondo, sono drammatici i dati riferibili a coloro che non sono riusciti a trovare o hanno perso il lavoro.

Eppure, come rilevato da Gianni Forte, segretario generale della Cgil Puglia nel corso della conferenza stampa di inizio anno, l’amministrazione regionale ha cercato di aiutare i lavoratori o aspiranti tali con numerosi interventi: piano straordinario per l’occupazione, incentivi e bonus per le assunzioni, tirocinii formativi, soluzioni industriali e campagna sui diritti a scuola.

Tali iniziative hanno avuto il merito di attenuare l’impatto della crisi economica sui cittadini pugliesi, ma non sono state in grado di risolvere la questione strutturalmente. Si è trattato di rimedi parziali che, malgrado le buone intenzioni, non hanno frenato il tasso di disoccupazione, che è cresciuto soprattutto nella fascia giovanile.

La situazione non dovrebbe migliorare neanche nel 2014, anno che dovrebbe segnare una timida ripresa, a causa del contesto recessivo determinatosi non soltanto in Puglia ma anche in tutto il sud Italia. Secondo Forte, la notevole contrazione dei consumi, il blocco delle pensioni, il crollo delle retribuzioni e i mancati rinnovi dei contratti di categoria nel settore pubblico non potranno non influire negativamente sull’inizio di una nuova fase economico-occupazionale.

Secondo la Cgil Puglia un valido antidoto a tale circolo vizioso potrebbe essere rappresentato da investimenti in opere pubbliche che consentano di migliorare l’assetto idro-geologico, assicurare la manutenzione del territorio, favorire la raccolta differenziata, aver cura dell’arredo e decoro urbano e valorizzare il patrimonio archeologico e ambientale.

I conti sono presto fatti: se ogni comune pugliese assumesse venti disoccupati in tali operazioni, cinquemila persone otterrebbero un lavoro.