Protagonisti di questa storia da una parte, ragazzi alla ricerca del proprio futuro e dall’altra, diversi livelli amministrativi che cercano, a volte comicamente, di fornire loro le migliori condizioni possibili per costruirlo.
Interlocutore diretto di quei ragazzi la Regione Puglia, che da diversi anni ha deciso di bandire un concorso per borse di studio, attingendone le risorse per il 50% da fondi strutturali europei e per la restante metà da contributi statali e regionali (rispettivamente il 40% e il 10%). Di qui una disciplina fiscale, regolata a livello europeo, che prevederebbe l’impossibilità di applicare detrazioni, trattenute, nè alcun onere di altro genere “con effetto equivalente che porti alla riduzione di detti importi per i beneficiari”.

E su quest’ultima parola, “beneficiari”, s’inserisce il Ministero del Lavoro che in seguito ad un interpello della Regione Sardegna, suggerisce all’Agenzia delle Entrate una diversa interpretazione della disciplina: beneficiario di questi fondi sarebbe la Regione, che nel momento dell’erogazione e in qualità di sostituto d’imposta è obbligata ad applicare le detrazioni del caso. Foriera della cattiva novella, la stessa agenzia delle entrate con una comunicazione datata 14 marzo.

Ora, senza voler entrare nel merito della questione, il metodo sembra evidentemente e quantomeno inopportuno, per il semplice fatto che non si tiene conto di quei ragazzi, che sulla base delle informazioni a propria disposizione, hanno cercato di pianificare il proprio futuro investendo su una formazione che ha già comportato dei costi. Gli stessi ragazzi che adesso si vedono crollare un bel pezzo di quel futuro, considerando che le imposte subentrate arrivano fino ad un massimo di 4.000 euro.

E c’è già tra i ragazzi chi comincia a chiedersi, nell’impossibilità di pagare le nuove trattenute, se qualcuno sarà costretto a contrarre dei debiti e a vedersi mutare quel futuro promesso, in un passato non previsto.

La regione ha espresso il suo disaccordo con questa interpretazione e in un incontro con i ragazzi, tenuto dagli assessori Alba Sasso (Diritto allo studio e formazione) e Nicola Fratoianni (Politiche giovanili, cittadinanza sociale, attuazione del programma), ha dichiarato che sta consultando i propri legali e che si muoverà il più velocemente possibile (un mese però è già passato, in attesa di un emendamento della Camera che alla fine esclude questo caso specifico), così come gli stessi interessati cercheranno di unire le forze per individuare la soluzione migliore.

Ma la speranza è che, prima ancora di una risoluzione di diritto, possa prevalere il buon senso e che sia lo stesso Ministero a effettuare una retromarcia su di una interpretazione dettata senza tenere conto dei suoi effetti specifici.

Lorenzo Colonna

Bari, 24 aprile 2012