La decisione è stata presa dal gip di Cremona, Guidi Salvini, che ha premiato il suo atteggiamento collaborativo nell’interrogatorio di ieri:

“Con le sue dichiarazioni è stato acquisito un quadro più chiaro del carattere giustificatorio della versione dell’ex biancorosso e di altri  altri giocatori che hanno spostato l’attenzione su di lui – ha confermato Salvini – una consistente parte della squadra del Bari aveva sistematici rapporti con il gruppo degli zingari”.

Quindi a finire nella rete delle investigazioni sono proprio i calciatori del Bari, in stretto contatto con gli scommettitori, mentre Angelo Iacovelli è stato giudicato come un soggetto minore e subordinato.

“Con le dichiarazioni di Iacovelli – si legge nell’ordinanza di scarcerazione – è stato così acquisito un quadro più chiaro del carattere decisamente reticente e giustificatorio della versione fornita da Masiello e da altri giocatori”.

Accantonata definitivamente da parte degli inquirenti la pista suggerita da alcuni calciatori del Bari, che portava al clan Parisi e ad un timore reverenziale dei calciatori nei confronti della malavita cittadina. Molto singolare è un aneddoto avvenuto dopo il derby casalingo con il Lecce. All’interno dello spogliatoio tutti erano consapevoli di quello che stava succedendo e la cosa apparve davvero lampante quando, durante una cena ad un ristorante di mare, Almiron inveì contro una parte della squadra, definendoli come “mercenari e venduti”.

Il quadro degli inquirenti individua come principali responsabili i calciatori, primo tra tutti Andrea Masiello, con un numero superiore di partite truccate. Convolto anche il Bologna per aver presumibilmente lasciato vincere il Bari per  0-4 nell’ultimo match stagionale della serie A 2010/2011. Amaramente, però, a pagare le conseguenze maggiori sono i tifosi, traditi dai propri beniamini e con il patema di ulteriori punti di penalizzazioni in classifica.

Daniele Leuzzi