Prima di lui, arrivato con 29 minuti di ritardo, si sono avvicendati sul palco montato in piazza Aldo Moro, a Polignano, Giuseppe L’Abbate portavoce e deputato del Movimento 5Stelle, Antonella Laricchia consigliere regionale pentastellato, ed Emanuele Scagliusi, deputato nella Commissione Affari Esteri. Quando tocca ad Alessandro Di Battista, arrivato rigorosamente in moto e con tanto di casco in testa accompagnato da Beppe Grillo, è un tripudio di flash e applausi. La piazza è gremita.

Hashtag “IoVotoNo” – Costituzione coast to coast. È questo lo slogan scelto da Di Battista per la sua iniziativa, che lo vede assoluto protagonista girare in moto per le piazze d’Italia per parlare ai cittadini del referendum che vuole la modifica di alcuni articoli della Costituzione italiana e che si svolgerà, presumibilmente, tra ottobre e novembre prossimi.

“Ci stanno chiedendo di modificare la Costituzione – dice subito il pentastellato – ma a quale costo? I nostri articoli sono scritti in maniera semplice e chiara, loro vogliono renderli di difficile comprensione per insinuarsi nei cavilli e fare i fatti loro. E, guardate, non sono io a dirlo”. Legge l’articolo 70 della Costituzione, Di Battista, formato da sole nove parole: La funzione legislativa è esercitata collettivamente dalle due Camere.

Subito dopo, Antonella Laricchia illustra la proposta di modifica, anzi, ad essere precisi ne legge solo un terzo: La Camera dei deputati esamina i disegni di legge concernenti le materie di cui all’articolo 117, secondo comma, fatto salvo quanto previsto dal terzo comma del presente articolo. Dopo l’approvazione da parte della Camera, a tali disegni di legge il Senato federale della Repubblica, entro trenta giorni, può proporre modifiche, sulle quali la Camera decide in via definitiva. I termini sono ridotti alla metà per i disegni di legge di conversione dei decreti-legge. Il Senato federale della Repubblica esamina i disegni di legge concernenti la determinazione dei princìpi fondamentali nelle materi di cui all’articolo 117, terzo comma, fatto salvo quanto previsto ecc ecc.

“C’avete capito qualcosa? – attacca il rappresentate dei 5Stelle – è questo quello che vogliono fare: non farci capire. Ma voi dubitate, dubitate sempre, dubitate anche di me, il dubbio è rivoluzionario, è per questo che è vostro dovere informarvi, per fugare ogni dubbio”.

Di Battista è un fiume in piena: “Prima di cambiare la Costituzione è necessario cambiare il sistema elettorale”, assolutamente fallace a suo dire, e per capire cosa sta succedendo in Italia conclude raccontando la storia della rana, che se gettata in un pentolone di acqua bollente, per il dolore salta via e si salva, o almeno ci prova. Se invece immersa in acqua fredda, poi scaldata lentamente, perde man mano forza, non riuscendo più a saltare e morendo bollita: “È ciò che stanno facendo con noi: ci stanno riscaldando il cervello pian piano per non farci fare la rivoluzione e quindi bloccarci”.

Dopo di lui, è il turno di Beppe Grillo. Ne ha una per tutti: descrive i bei territori visitati durante il “tour”, iniziato il 7 agosto scorso, ma al quale si è accodato solo negli ultimi giorni, del marciume e della sporcizia trovate in giro per l’Italia; parla del fallimento delle riforme, come quella del JobsAct e della Buona Scuola, del lavoro che manca, ma che si deve inventare e reinventare, del lavoro della Raggi “che ha pulito talmente tanto Roma, che l’altro giorno sono uscito con una busta della spazzatura e l’ho buttata per terra. Con i romani bisogna andarci piano, quelli non sono abituati”.

Parla dei venticinque milioni di euro stanziati per comprare nuovi pullman cittadini e mai utilizzati; dell’Appendino “che fa paura pure a me, che col c***o vado a Torino, quella mi fa un esposto!” e infine, appunto, della Costituzione: “I nostri padri fondatori l’hanno scritta quando l’analfabetismo in Italia era dilagante. C’era solo il 3% di laureati, oggi superiamo il 40. È per questo che hanno deciso di scrivere gli articoli utilizzando periodi di massimo venti parole: per essere chiari e diretti, e sta tutta qui la forza di quegli articoli. Perché modificarli complicandoli?”

Oltre due ore, tra battute amare e irriverenti, considerazioni condivise e sostenute dai presenti in piazza. Il tour prosegue, ma oggi si ferma. L’Italia ha l’emergenza del terremoto da fronteggiare.