Ancora una volta Flavio Ronzi, il grande comunicatore, replica ad un nostro articolo con insulti meschini e gratuiti. Lei, Ronzi, che parla sempre di bugie e immondizie risponde alle nostre affermazioni con offese, mai con fatti né documenti, ed evita oltre alla risposta anche il confronto diretto, più volte richiesto.

Questo ci fa piacere e ci dispiace nello stesso tempo. Ci fa piacere perché significa che il racconto giornalistico che narriamo nei nostri articoli corrisponde, più o meno esattamente, allo stato delle cose, alla verità dei fatti. Vede, carissimo Ronzi, le notizie che i suoi stessi dipendenti ed i suoi stessi volontari ci inviano e documentano quotidianamente non vengono trasformate tutte in articoli; raggiungono la pubblicabilità solo quelle che poi noi stessi riusciamo a verificare, ed è un gran lavoro, non so se ha presente cosa significhi la parola lavoro, è italiano.

Ci spiace molto invece questo atteggiamento perché crediamo che i volontari che si fanno il mazzo notte e giorno ed i dipendenti, quelli attuali che fanno fatica a vedere regolarmente accreditati gli stipendi e quelli licenziati che in molti casi attendono da oltre un anno il pagamento della liquidazione, meritino di sentire cose sensate uscire dalla bocca di quello che per loro è stato un faro immobile di verità e di giustizia.

Nessuno di noi è disperato, la passione per questo lavoro ci sostiene; sicuramente disperato è qualche dipendente del Suo Comitato Provinciale che non riceve lo stipendio o al quale il posto è stato barattato a un giovanotto in cocopro, quando legge gli insulti che Ella ci propina comodamente seduto, il sabato sera, davanti ad una bottiglia da 30 euro, la stessa somma con la quale questo tizio, disperato veramente, deve farci mangiare la famiglia una settimana.

È vero, la comunicazione è ficcante ed è semplice farsi vedere con un bambino di colore in braccio o con un naso rosso mentre si tenta di farne sorridere altri tre. Poi si butta in terra la pallina e si va a sbicchierare, alla faccia di chi ci vuole male. La vita reale non è questa, noi non tentiamo di sbarcare il lunario anche se non abbiamo avuto la fortuna che ha Lei, che nella sua breve carriera non ha sbagliato una mossa, e siamo costretti a sudarci il nostro dignitoso compenso.

Siamo certi di averla fatta arrabbiare e siamo anche sicuri che Ella, da grande esperto di comunicazione quale è, voglia farci salire la pressione per costringerci a urlare anche noi. Continueremo invece la nostra opera di informazione, non abbiamo padroni nè regie occulte, ci piace raccontare i fatti a chi questi fatti non li può vedere.

Faccia un favore alla sua intelligenza, cominci a spiegare ai volontari romani come spende veramente i soldi che loro si sudano per strada, cominci a dire ai soci che non sono tutti uguali, c’è sempre chi è più socio degli altri, magari con il posto assicurato. Pubblichi i costi e i nomi della sua Corte. Renderà un servizio alla platea dei volontari, alla verità e alla Sua stessa persona. Siamo stati bravi, ha visto? Non abbiamo insultato nessuno e siamo convinti che questa ulteriore richiesta sarà inevasa, come le altre. Lo stesso Manzoni diceva che “se non ce l’ha, il coraggio uno non se lo può dare” e lui sapeva scrivere, mica noi, o è un disperato pure lui?