La nomina di alcuni componenti dell’ente strumentale che ha seppellito la Croce Rossa, il suo patrimonio e la sua storia, potrebbe essere stato un clamoroso scivolone degli esperti del ministero della Salute. A scorrere l’elenco, il caso più eclatante è quello dell’indicazione del Presidente del Comitato regionale del Lazio, Adriano De Nardis.
Sì, proprio quello che era stato avvisato già a luglio che le cose nel Comitato Locale di Tarquinia non giravano per il verso giusto, ma si è dimenticato la mail in cui si denunciavano le spese pazze di quel comitato sulla sua bellissima scrivania di via Ramazzini, salvo partire lancia in resta quando abbiamo pubblicato la notizia sei mesi dopo. Notizia ripresa e condita con altri agghiaccianti particolari dalla stampa locale.
Sì, dicevamo, proprio quel De Nardis “volato” a Tarquinia non per commissariare il presidente e separarlo dal mucchio di carte e scontrini su cui la nebbia non è stata ancora diradata, ma per cercare di smascherare la gola profonda, tra i volontari, che avesse raccontato tutto alla stampa, mentre il sindaco PD di Tarquinia, Mauro Mazzola, aveva revocato per la prima volta l’annuale contributo in denaro al sodalizio.
Proprio questo stesso De Nardis siede da una settimana nel consiglio dell’ente strumentale e da controllore per conto del ministero della Salute, deve vigilare sugli organi della trasformanda associazione, tra i quali c’è anche il suo ufficio. Lo stesso ufficio che ha chiamato a fungere da direttore amministrativo l’avvocato Luca Di Maio, uomo di spiccata esperienza nella pubblica amministrazione, che vanta nel suo curriculum anche l’incarico di segretario generale del Comune di Anagni, lo stesso in cui era sindaco Franco Fiorito detto “er Batman”, quello che tra la storia del cimitero cittadino e quella dei rimborsi al gruppo del PdL alla Regione Lazio, ha lasciato un segno indelebile nella storia patria.
Tra i nomi di spicco di questo board c’è anche la crocerossina che di mestiere fa il notaio, lo stesso pubblico ufficiale che ha fatto pagare circa 800 euro ad ogni comitato che si è trasformato in Onlus, godendo quindi dell’esenzione di imposte di bollo e di registro sugli atti di trasformazione, e di questi atti ne ha rogati, direttamente o in partecipazione, circa 560. La stessa crocerossina che era data in corsa per il comando nazionale delle sorelle, avendo come sponsor d’eccezione proprio Francesco Rocca, battuta sul filo di lana dall’attuale Ispettrice, la potentissima Monica Dialuce Gambino. Come dire che a volte una poltrona può scaldare più di un paio di greche sulle spalline.
L’elenco delle posizioni anomale in questo preziosissimo organo non finisce qui, come in ogni fiction di rispetto riserviamo il colpo di scena alla prossima puntata. Cio che auspichiamo è che il ministero della Salute faccia al più presto chiarezza su quella che per noi e per gli esperti che abbiamo consultato è una posizione incompatibile o quanto meno inconferibile alla luce della vigente normativa in tema di incarchi pubblici e rischia di minare il percorso verso la privatizzazione completa dell’associazione di volontariato più grande d’Italia, che ha subito proprio in questi giorni un’improvvisa accelerazione.
Lo vorrebbero sapere con particolare urgenza proprio i volontari di Tarquinia che verranno catechizzati in assemblea generale proprio, magari sentendosi rimproverare sulle vicende dell’inaccessibile vertice del comitato locale. Volontari che non sanno se avranno davanti il loro presidente regionale o il rappresentante del ministro Beatrice Lorenzin. Mentre voi, insieme al modo intero, continuate a benedire questa privatizzazione.