Antonio Decaro, sindaco di Bari, ha recentemente presentato la delibera approvata dalla giunta comunale che istituisce la procedura del “baratto amministrativo”. La cosa sembra aver destato, da un lato, grosso interesse, ma anche non poche perplessità. Ce ne occuperemo e lo commenteremo con e per Voi, cari lettori, ma oggi vorrei preoccuparmi d’altro, anche perché, non essendo disponibile sul sito comunale il testo della deliberazione, vorrei poterlo leggere, prima di scriverne, in modo da disquisirne con cognizione di causa. Si può sbagliare anche dopo averlo letto, ma, perlomeno, un minimo di fondamento il ragionamento potrà averlo.

Ciò premesso vado subito all’argomento che è, non uno dei, ma il cavallo di battaglia di Antonio Decaro. Indirizzare la nostra Città, per quanto concerne la viabilità, sempre più verso l’uso della bicicletta e sempre meno verso l’automobile privata. Così Decaro, cogliendo anche l’occasione di finanziamenti europei e non per le piste ciclabili, sta sempre più spingendo l’accelleratore verso la bicicletta. Come dargli torto? Può permettersi di farlo, visto che la bicicletta, non inquina, non consuma risorse energetiche, sempre più scarse, e tutto sommato giova anche alla salute di chi l’adopera, essendo anche un antidoto alla vita sedentaria, che molti sono costretti a fare.

Si aggiungono così, periodicamente, ai chilometri di piste ciclabili esistenti altri nuovi tratti. Credo che si voglia raggiungere il traguardo di una città percorsa integralmente da dette piste, in modo da rendere la circolazione della bici, sempre più veloce e meno pericolosa.

Ostano, tuttavia, alla realizzazione dell’ambizioso, quanto positivo progetto del Decaro, che essendo per mestiere extra-politico un ingegnere dell’ANAS almeno di viabilità capisce, due gravi ostacoli di cui sembra non essersi reso conto. Ostacoli che, se non rimossi, faranno sempre miseramente fallire il suo progetto.

Primo: il traffico cittadino è abbastanza indisciplinato, gli automobilisti baresi sufficientemente aggressivi e maleducati. In queste condizioni tornare a casa con gambe e resto sano per i ciclisti è già un’impresa. È visione quotidiana quella dell’automobilista che taglia la strada al ciclista ed al motociclista facendosi forte della mole della sua autovettura. Sembra la giungla (d’asfalto, ovviamente) dove vige solo la legge del più forte. Domanda: ed i vigili dove stanno? Risposta: a far multe per divieto di sosta! Comode, veloci, redditizie, senza dover affrontare chi commette l’infrazione, favoriti dall’assenza dello stesso che l’auto l’ha parcheggiata. Avete mai visto un vigile, multare o almeno redarguire un automobilista che non rispetta le strisce pedonali. Io, sarò sfortunato, ma non ho mai assistito a scene del genere, piuttosto ho assistito al contrario, al vigile presente, che si è girato dall’altra parte, facendo finta di non vedere il pedone che rischiava di essere investito. Decaro, non costa nulla indirizzare i vigili a fare il loro dovere e dare la sensazione ai cittadini di essere al loro servizio e non solo dei gabellieri del Comune a caccia di facili guadagni da sosta vietata. Lo farai?

Secondo: punto più importante, nota davvero dolente e di meno facile ed immediata realizzazione, cioè I PARCHEGGI COMUNALI CUSTODITI PER LE BICICLETTE. Qui mi viene in soccorso l’esperienza negativa vissuta da un mio giovane amico, che usa esclusivamente la bicicletta come mezzo di locomozione. Insomma, caro Antonio, il tuo cittadino barese ideale. Ebbene, costui ha subito due furti integrali di bicicletta in due mesi e mezzo, più nei giorni scorsi l’asportazione del sellino nel parcheggio della fiera. Bari è davvero una città strana. Le autorità, soprattutto quelle preposte alla tutela dell’ordine pubblico, ma non solo, si lamentano della diffusa omertà dei cittadini. Ma poi non fanno assolutamente nulla né per rassicurare gli stessi (i commercianti sanno benissimo cosa accade a chi non paga il pizzo), né tantomeno per prevenire efficacemente i reati. Ma non grida vendetta il fatto che le biciclette comunali in piazza Moro a vista tra il gabbiotto dei Vigili Urbani  ed il Commissariato della Polizia ferroviaria sono tutte sparite, salvo una cui è stato rubato il sellino, rotti i pedali, divelta finanche la catena. Che bel simbolo di prevenzione efficiente, complimenti!

Se non ti conoscessi caro Sindaco, penserei francamente che certe iniziative non si prendono, proprio per non arrecare disturbo a quella delinquenza che, come evidenziasti tu stesso sia in occasione delle primarie, sia dei due turni elettorali, dimostrò di muovere consistenti pacchetti di voti. Conoscendoti tendo ad escluderlo. Allora. mi spieghi come puoi pensare che uno vada a lavorare o fare la spesa o qualunque altra cosa, bagno a Pane e Pomodoro compreso,  servendosi della bicicletta, se le probabilità di ritrovarla intatta o di ritrovarla proprio non sono certo in suo favore? Come si può lontanamente sognarsi di incentivare l’uso di un mezzo che in tutto o in parte sparisce a Bari alla velocità della luce e con una frequenza impressionante? Solo realizzando e distribuendo capillarmente nella Città parcheggi CUSTODITI per biciclette se ne potrà assicurare la crescita dell’utilizzo da parte dei cittadini. Quando dico custoditi intendo dire quelli dove si rilascia la ricevuta di consegna del mezzo, che può essere ritirato esclusivamente esibendo detto tagliando e dove, in caso di furto o danneggiamento il Comune risponde e risarcisce il danno subito. Solo questo può rappresentare una vera svolta nel traffico cittadino, il resto è demagogia o peggio, interesse a promuovere appalti di piste destinate ad essere scarsamente, se non totalmente inutilizzate. Qui non ti chiedo una risposta immediata: la risposta, se ci sarà, dovrà essere nei fatti, con la realizzazione dei parcheggi custoditi, gratuiti o a pagamento è una scelta Vostra, non mi riguarda.

La tua passione per la bicicletta fece si che un’intera campagna elettorale la facesti con l’immagine di te in sella ad un velocipede. Per realizzare quel sogno i due punti (attenzione dei vigili e custodia) sono imprescindibili.