Negli ultimi tempi abbiamo letto di allevatori e agricoltori baresi arrestati per aver sfruttato stranieri nei loro terreni per pochi spiccioli al giorno, ma ciò che accade da oltre 20 anni in un negozio di Bari può nello stesso modo essere annoverato tra i casi di moderna schiavitù. Una storia con protagonisti tutti italiani.

Per complesse ragioni non c’è ribellione da parte del vessato, è vero, ma la paga da fame per turni anche di 15 ore al giorno non cambiano la sostanza.

Un uomo lavora 4 ore al giorno per una paga mensile di 800 euro, almeno questo è quello che c’è scritto in busta paga. La realtà è un’altra. Il dipendente, infatti, pur avendo un contratto part time di 4 ore, tutti i mesi incassa l’assegno, lo va a cambiare e restituisce 200 euro al suo padrone.

Facendo due calcoli, come da contratto e quindi 4 ore al giorno per 6 giorni la settimana, il dipendente dovrebbe percepire 8,33 euro l’ora. Al contrario di quanto riportato in busta paga, lavorando effettivamente 14 ore al giorno e dividendo gli 800 euro mensili e per le 336 ore, lo schiavo dovrebbe percepire 2,40 euro l’ora. Il conti non tornano perché – come detto – il dipendente restituisce 200 euro al padrone, riducendo la sua paga oraria ad appena 1,76 euro.