foto di repertorio

La nuova frontiera della Medicina Fetale passa dall’Ospedale “Di Venere” di Bari. Sono stati eseguiti i primi 2 interventi di Chirurgia fetale in utero, in particolare la laser coagulazione a livello della circolazione vascolare della placenta, su donne in gravidanza gemellare: una novità assoluta per tutta l’Italia Meridionale. A realizzarli gli specialisti dell’Unità operativa complessa di Medicina Fetale con la collaborazione delle équipe di Anestesia e Rianimazione e di Ostetricia e Ginecologia. I dettagli sono stati illustrati in conferenza stampa dal presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, dal direttore generale della ASL di Bari, Antonio Sanguedolce e dal direttore del Dipartimento per la Gestione del Rischio Riproduttivo e la Gravidanza a rischio della ASL di Bari, dottor Paolo Volpe.

Quelli eseguiti al “Di Venere” sono interventi di estrema complessità e hanno interessato due donne, entrambe al quinto mese di gravidanza gemellare, una con due feti e l’altra con gravidanza trigemina, evento quest’ultimo di per sé eccezionale. In entrambi i casi, i feti erano affetti da una patologia tipica dei gemelli che condividono la stessa placenta (monocoriali), tanto che essa si riscontra nel 15-20% delle gravidanze gemellari di questo tipo. Si tratta di una eccessiva presenza di alcune anastomosi vascolari placentari – ossia connessioni vascolari a livello della placenta – che creano una circolazione del sangue verso un feto a discapito dell’altro. La conseguenza è che un feto riceve poco sangue e l’altro ne riceve troppo determinando così, nella maggior parte dei casi, la morte di entrambi i feti per motivi opposti. L‘intervento che riesce a bloccare questa sequenza è la laser coagulazione: consiste nell’entrare in utero tra i due feti con una sonda in fibra ottica di pochi millimetri e coagulare con il laser le anastomosi placentari.  La patologia, se non trattata, può portare a morte tutti e due i feti o uno solo creando però gravi lesioni cerebrali nel sopravvissuto.

Le attività e le prospettive della Medicina fetale

Il nuovo centro di Medicina Fetale è stato inaugurato nel dicembre 2022, risultato di un progetto di ristrutturazione con fondi FESR (1,6 milioni di euro) che ha messo a disposizione di queste innovative attività (con aree interdipendenti ma separate con la Genetica Medica) una superficie di 1.310 metri quadri più che raddoppiata rispetto al passato. La Medicina Fetale dispone di cinque sale ecografiche fetali dotate di ecografi di ultima generazione, una sala di Chirurgia Fetale, sala d’attesa con percorsi dedicati, area per accettazione rapida. L’organico è formato da 8 medici, oltre al direttore Paolo Volpe, fortemente impegnati su diversi fronti: solo negli ultimi due anni, sono stati presi in carico circa 20mila feti a rischio di patologia congenita o per lo screening delle anomalie cromosomiche.

Le attività principali riguardano gli screening del primo trimestre delle anomalie cromosomiche e della Pre-eclampsia (circa 4 mila esami gratuiti svolti annualmente), una grave patologia materna legata alla gravidanza che colpisce il 3-5% delle gestanti; la diagnosi e gestione dei feti affetti da anomalie congenite (comprese le cardiopatie congenite) e da altre patologie congenite; inoltre, i percorsi di counselling multidisciplinari prevedono al proprio interno anche il ruolo della psicologa. La struttura, oltre all’attività di diagnosi prenatale invasiva, amniocentesi e villocentesi, ora può garantire anche la Chirurgia fetale in grado di intervenire su determinate malformazioni del feto a partire da alcune patologie riguardanti le gravidanze gemellari monocoriali. La Medicina Fetale ha anche una funzione formativa sul campo, essendo frequentata da specializzandi provenienti da università di tutta Italia, con richiesta in forte aumento negli ultimi tempi.