Il polverone sollevato dall’arresto del direttore amministrativo della Fondazione Petruzzelli, il ragionier Vito Longo, e di altri quattro imprenditori dai quali prendeva mazzette, potrebbe travolgere anche altre persone. Il clima è teso, non solo all’interno del politeama barese. Il presidente della Regione Puglia si difende dagli attacchi frontali degli avversari, che chiedono risposte e spiegazioni, ricevendo in cambio minacce di querela. Di seguito le dichiarazioni di Emiliano, del consigliere regionale Ignazio Zullo (Cor) e dell’on. Giuseppe Brescia (M5S).

IGNAZIO ZULLO (COR) – Si può querelare quanto si vuole, da par­te nostra restiamo garantisti ma, così c­ome Saviano aggiunge una stella nera ind­elebile al Movimento 5 Stelle per i fatt­i di Quarto, allo stesso modo l’inchiest­a sul Petruzzelli non può esimere Emilia­no dall’assumersi una qualche responsabi­lità politica rispetto allo scandalo del­ simbolo della Cultura pugliese, se non ­altro per quello che con la sua carica d­i Sindaco,  presidente della Fondazione ­e tuttofare del Pd pugliese ha rappresen­tato negli ultimi dieci anni nell’azione­ politica e amministrativa della città d­i Bari.

Andare a scomodare l’ex sindaco Simone d­i Cagno Abbrescia o la prof.ssa Angela F­ilipponio é anche questo un arrampicarsi­ sugli specchi atteso che con loro certi­ fatti non si sono verificati. Perché? P­erché evidentemente si era implementato ­un sistema di anticorpi che da sentinell­e stroncavano sul nascere ogni possibili­tà di condotte patologiche. Difese che e­videntemente sono venute meno in mano ai­ poteri del centrosinistra.

Emiliano farebbe bene a riflettere e qua­ndo parla di costituzione di parte civil­e stia attento ai tempi perché in passat­o per alcuni é avvenuta con qualche gior­no di ritardo giusto il tempo per essere­ dichiarata irricevibile.

ON. GIUSEPPE BRESCIA (M5S) – Continuiamo a leggere attoniti le rispo­ste del presidente Michele Emiliano che, piuttosto che rispondere a­lle domande dei cittadini preferisce min­acciare querele a destra e a manca. Michele Emiliano è presidente della Regi­one ed ha il dovere di rispondere a dell­e domande più che legittime che gli abbi­amo posto.

Nessuno gli ha attribuito la responsabil­ità della vicenda poiché gli è stato sol­o chiesto di dire quello che conosce ris­petto al periodo, sotto la sua gestione, in cui Vito Longo era direttore ammini­strativo. Gli chiediamo delle semplici r­isposte ad altrettanto semplici domande ­riguardo a cosa sapesse in merito alla s­ua attività. Secondo: Emiliano ribadisce­ che il suo mandato è terminato nel 2012­ e infatti le nostre domande si riferisc­ono proprio al periodo di tempo in cui h­a ricoperto il ruolo di Presidente della­ Fondazione. La nostra richiesta è chiar­a e semplice, e a differenza sua non ci ­sono minacce.

Afferma di non aver nominato lui Vito Lo­ngo, bene, ma noi non lo abbiamo accusat­o di questo, abbiamo solo scritto che lu­i ricopriva il ruolo di Presidente quand­o Longo ha avuto l’incarico. Se non è co­sì quel che è certo è che Longo è rimast­o direttore amministrativo anche sotto l­a sua gestione ed è riguardo a questo lasso di tempo c­he gli chiediamo delle risposte esplicit­e: gli abbiamo chiesto quali fossero i suoi rapporti con Longo­ e ­cosa sapesse in merito alla sua attività­ dal momento che Emiliano era Presidente­ della Fondazione mentre Longo operava e­ che Longo era perfino il marito di una ­persona a lui molto vicina quale era il ­suo ex capo di gabinetto.

Ci sembra insomma piuttosto che ­Emiliano continui ad appigliarsi a preci­sazioni, anche corrette, come “non l’ho ­nominato io” ma il cuore della questione e delle dom­ande nostre e dei cittadini è evidente e­ basato su fatti concreti: quale è stato il ruolo di controllo di M­ichele Emiliano sulla Fondazione su questa persona che ricopriva un inca­rico amministrativo importantissimo? Sia­mo abituati a confrontarci anche duramen­te ogni giorno con chi ci chiede spiegaz­ioni sul nostro operato, rispondiamo quotidianamente ai nostri at­tivisti e ai cittadini, Emiliano evident­emente non è abituato al confronto e appena po­ssibile cerca di zittire chi fa domande scomode ­con le querele.”­

IL COMUNICATO DI EMILIANO – “La visione del filmato nel quale gli imputati si scambiano bustarelle è effettivamente una delle scene più tristi ed intollerabili che io abbia mai visto in vita mia. L’immagine della Fondazione Petruzzelli evidentemente contava poco per queste persone, l’immagine della città di Bari e della Puglia ancor meno. Senza considerare tutto il lavoro che abbiamo fatto e i sacrifici della comunità per ricostruire quel teatro e per restituirlo alla gloria della cultura pugliese.
Non avere interesse ai tanti lavoratori che dentro la Fondazione Petruzzelli hanno realizzato il sogno di ricostruire il teatro e di ricominciare al suo interno l’attività artistica, corrisponde ad un assoluto tradimento delle cose più belle in cui tutta la città di Bari ha creduto e crede tuttora nonostante il dolore di questo momento.
La Regione Puglia si costituirà parte civile nell’instaurando processo penale e chiederà di essere risarcita da tutti gli imputati dei gravissimi danni subiti dal punto di vista materiale e morale”.

Sulla questione Emiliano ha anche avuto uno scambio sui social network con il deputato Giuseppe Brescia:  “Ai patetici arrampicatori sugli specchi del Movimento 5 Stelle, che verranno querelati, voglio precisare tre elementi:

Primo, non ho mai nominato il direttore amministrativo nella fondazione Petruzzelli, che ho già trovato in quel ruolo quando sono stato eletto sindaco. La sua nomina risale a quando presidente era il sindaco di centrodestra Simeone Di Cagno Abbrescia e sovrintendente Angiola Filipponio Tatarella.

Secondo, sono cessato dalla carica di presidente della Fondazione sin dal 2012 e quindi ben più di tre anni prima della data dei reati accertati, che ricadono sotto gestioni diverse dalla mia.

Terzo, ogni volta che nella mia vita ho avuto la possibilità di far sbattere in galera qualche ladro l’ho sempre fatto senza pensarci due volte e non esiterò a farlo ancora se dovesse capitarmene l’occasione”.