Piccioni viaggiatori 2.0: nell’era moderna, il cavallo di Troia per far entrare la droga in carcere sono i droni. È il sospetto sorto e avanzato da Dario Ginefra, deputato barese in quota PD, in un’interrogazione parlamentare, depositata al ministro della Giustizia Orlando.

Il parlamentare chiede apertamente al ministro se sono previste dal ministero e dal Dap forme di sostegno per l’efficientamento delle telecamere interne ed esterne per far fronte all’uso di tecnologie avanzate, proprio a partire dai droni, come veicolo per far entrare eventuali sostanze stupefacenti.

Tutto nasce da una visita che il deputato ha fatto al carcere di Bari, durante la quale, ha spiegato Ginefra, un funzionario Sappe gli ha riferito che la videosorveglianza non funzion. A questo si aggiunga la carenza di organico tra le guardie carcerarie, al di sotto di 30 unità (20 delle quali alla soglia della pensione) che non riescono a garanteire un presidio costante su tutta l’area perimetrale.