Procacci-Minervini: i toni fra loro si erano alzati sin quasi al calor bianco, come un tempo usava fra avversari politici e oggi è frequente accada fra sodali di unica compagine. Sullo sfondo le primarie del Centri Sinistra, con Giovanni Procacci schierato apertamente con Michele Emiliano e la sua idea di “arcipelago” (un partito-coalizione più che una coalizione di partiti) e Guglielmo Minervini (“non ho nessuno dietro ma sento che molti mi sono accanto”) che ha scelto di sfidare sia il segretario regionale del PD che Dario Stefano, il candidato schierato da SEL e da Vendola, alleato dei renziani in Puglia e all’opposizione di Matteo Renzi a Roma.

Abbiamo chiesto loro qualcosa di Politica (la maiuscola è d’obbligo), tenendo presente la diatriba che ha visto Minervini richiedere l’autosospensione del PD che Procacci ha poi deciso di concedere più che altro per “proteggere” Emiliano da altri attacchi. Senza però lasciare mai che la diatriba prendesse il posto della riflessione e del ragionamento.

Se non proprio all’ultima domanda.