immagine di repertorio

“Sui saldi di quest’anno va fatta una seria riflessione perché gli errori della gestione antiCovid graveranno sui commercianti già fortemente penalizzati”. A parlare è Benny Campobasso, presidente Confesercenti Puglia, il quale rimarca che “i saldi molto probabilmente saranno un salto nel vuoto perché non si sa cosa accadrà dopo il 6 gennaio. Di quale colore sarà la nostra regione, se ci sarà consentito uscire, oltrepassare i confini comunali e regionali, considerato che buona parte del commercio di Bari si alimenta con i consumatori provenienti dalla provincia”.

Inoltre, sottolinea che a queste criticità si aggiungono “le difficoltà dei commercianti che non hanno smaltito l’invenduto di dicembre e soprattutto il mancato coordinamento tra le Istituzioni e le associazioni di categoria per concordare la data di partenza della stagione degli sconti”.

Nel 2020 si è registrata una flessione nel consumo di oltre 600euro a famiglia. Ha influito il bilancio di Natale quasi dimezzato, i negozi segnalano cali consistenti rispetto allo stesso periodo del 2019 con punte ancor più alte nei centri storici e nelle città d’arte che, oltre all’emergenza pandemica e alla riduzione del reddito disponibile dei consumatori, soffrono anche per l’assenza dei flussi turistici.

“La situazione è drammatica – continua Campobasso -. Avevamo chiesto alla Regione di posticipare i saldi perché fatti adesso riducono il giusto margine di guadagno sacrificando ulteriormente il commercio che quotidianamente stila un bollettino di guerra tra coloro che abbassano le saracinesche per sempre e coloro che si trascinano a fatica riuscendo a malapena a pareggiare i conti”.

In Puglia i saldi avranno inizio il 7 gennaio (in seguito al posticipo deciso dalla Regione per via del mini lockdown natalizio) e termineranno il 28 febbraio. I consumatori avranno 53 giorni per fare acquisti e provare a dare respiro ai commercianti in affanno.

Le previsioni di acquisto sono un’incognita. Il 10% dei consumatori dichiara di avere un budget pari a 160 euro a persona, in linea con lo scorso anno. Ma la spesa potrebbe essere più alta, visto che il 75% del campione preferirà decidere gli acquisti ad horas, a seconda delle occasioni, aspettando i last minute.

Più definite invece le intenzioni di acquisto: tra i desiderata troviamo scarpe e capispalla preferiti dal 40% degli intervistati. Il 37% preferisce la maglieria, il 27% i capi di camiceria, il 21% le magliette e l’intimo, il 13% le borse, l’11% gli accessori.