“Quello che sta accadendo è l’esempio di una fascia della popolazione lasciata indietro. A noi, come a tutti, richiedono di pagare le tasse per un lavoro non riconosciuto e difficile da documentare. Anche se noi paghiamo le tasse, gli affitti, le bollette, e tutte le spese che ognuno ha, alla fine, soprattutto in questi momenti di crisi, non abbiamo mai nulla in cambio dallo Stato. Io ho due bambini e non riesco nemmeno a mettermi a fare videochat erotiche perché non posso lasciarli da soli e perché non ho uno spazio dedicato per farlo in casa senza che mi vedano”. A parlare è Rossana, escort professionista.

Tra gli oltre 2 milioni di domande per i 600 euro dell’Inps presentate dalla settimana scorsa, anche il 12% delle escort italiane ha provato a richiederli. A renderlo noto è Escort Advisor, il sito di recensioni di escort più visitato in Europa con oltre 2 milioni di utenti mensili solo in Italia.

Tra le escort, c’è chi ha dovuto adottare lo smart work iniziando ad offrire videochiamate erotiche ai propri clienti che non le possono incontrare di persona, c’è chi ha deciso di fermarsi del tutto perché ha risparmi sufficienti per vivere. Altre sfortunatamente vivono il disagio e provano a chiedere aiuto ad associazioni ed enti come la Caritas per riuscire a sopravvivere.

Durante l’anno in media lavorano 120mila escort online in Italia, praticamente più dei 105mila pizzaioli presenti sulla Penisola, che non sono fermi del tutto vista la possibilità di fare consegne a domicilio. Un danno ancora maggiore se si pensa che i mesi più redditizi per il settore sono mediamente aprile, maggio e ottobre. Ciò indica come questo momento sia ancora più drammatico per i mancati guadagni.

Secondo un sondaggio in merito alla possibilità di richiedere il sussidio all’Inps o qualsiasi altra forma di aiuto ad enti e associazioni fatto da Escort Advisor tra le escort professioniste, che curano il loro profilo e hanno recensioni, emerge che:

-il 46% ha detto assolutamente non farà richiesta all’Inps o ad altri enti perché non ne ha bisogno;
-il 28% che se la crisi durerà pochi mesi se la caverà;
-il 14% non esclude che debba chiedere aiuto a partire dal prossimo mese;
-il 12% ha immediatamente dovuto provare a chiedere aiuto per riuscire a sopravvivere, anche se ha dubbi che con il suo lavoro da documentare possa ricevere questo aiuto.

Racconta Chiara, escort con 91 recensioni che attualmente pubblicizza il servizio di videochat su Escort Advisor: “Io sono fortunata, non mi manca niente, ho un’abitazione privata dotata di tutti i comfort, dei risparmi da parte e una solida attività principale che mi permette di continuare a lavorare in smart working, anche se sto comunque accusando il colpo di introiti dimezzati. Quindi anche se non ricevo o mi dedico a qualche videochiamata posso comunque vivere tranquilla. Non è così per tutte”.

“Ci sono ragazze – prosegue – che stanno affrontando problemi enormi: chi ha un’attività primaria come la mia magari è strozzata dalle spese e dal fatto di non poter tenere aperto, come ad esempio le titolari di negozi di abbigliamento, centri estetici, o locali e decide comunque nella sua seconda attività di non vedere clienti per tutelarsi. Le colleghe straniere cercano di tornare a casa. Le italiane cercano di arrotondare con altri lavoretti improvvisati. Danno fondo ai loro risparmi in questo momento.

“Ci sono poi quelle che non hanno nulla al di là della loro attività di escort. Non avendo alternative si stanno rivolgendo alle associazioni come la Caritas per sopravvivere. Le più fortunate hanno clienti affezionati che le supportano economicamente a distanza per potersi mantenere in questo periodo difficile. Si meriterebbero un aiuto più concreto – conclude – visto l’impegno che mettono quotidianamente nelle loro attività.

Un dato interessante è che le ricerche su Google del settore escort sono diminuite in media del -17% nell’ultima settimana, mentre quelle del brand “Escort Advisor” sono aumentate nello stesso periodo del +24%. I clienti delle escort vogliono continuare ad informarsi nell’attesa di poter uscire di nuovo in sicurezza.

Nella settimana appena conclusa (30 marzo – 5 aprile), Escort Advisor è cresciuto più della media del settore. Il traffico ha avuto un incremento rispetto alla scorsa settimana: prima del +5% (rispetto alla settimana 16/3-22/3), fino ad arrivare al +19% (rispetto al 23/03-29/03). Questo forse perché il portale continua a mantenere un contenuto informativo che interessa ai clienti delle escort: sul sito sono tuttora visibili più di 68.700 profili con recensioni, raccoglie giornalmente tutti i numeri di telefono associati ad annunci di escort pubblicati su tutte le bacheche online italiane. In più, quelli che gli utenti sfogliano non sono i classici annunci, ma veri e propri profili che le sex workers curano per promuoversi.

Continua Chiara: “Come detto non ricevo, ma ho iniziato ad usufruire delle videochat, come mezzo per mantenere i contatti con i miei clienti. La cosa divertente è che spesso è la loro prima volta, sono tutti in imbarazzo. Organizziamo brindisi a luci soffuse attraverso lo schermo e proseguiamo con conversazioni piacevoli, fino ad arrivare alle sfumature erotiche. Sono particolari anche le cene a distanza perché i miei clienti mi mostrano le loro abitazioni e i panorami dai loro balconi”.

“Ho condiviso un brunch virtuale con vista sul Colosseo, sorseggiato caffè in un appartamento con vista sul Lago di Como e organizzato un aperitivo sexy con una coppia anticonformista nel cuore di Dubai – racconta -. Nonostante sia confinata tra le quattro mura della mia casa, mi si apre la vista su più realtà, suggestioni e paesaggi diversi. Molte persone si sentono sole e faticano a trovare quell’intimità che si può avere con chi si conosce di persona: non bastano degli sterili video porno o delle sbrigative telefonate erotiche da dieci minuti. Hanno bisogno della chiamata emozionale che poi diventa erotica. Devono sentire l’energia di una donna, come noi ragazze dobbiamo sentire quella di un uomo. Sentirsi desiderati è importante – conclude – visto lo stato di isolamento che siamo costretti a vivere”.