“Siamo sconcertati dall’atteggiamento di chiusura dell’azienda, che ha rifiutato anche la possibilità di una cassa integrazione in deroga, offerta dalla Regione Puglia, per poter continuare la trattativa con un pizzico di tranquillità. A questo punto il muro contro muro è nei fatti ed ognuno si assume le proprie responsabilità”. Il segretario generale della Feneal Uil Puglia, Salvatore Bevilacqua, è deluso e lo dice a chiare lettere nel comunicato stampa diffuso durante il pomeriggio. Nell’incontro di oggi a Taranto si sono rotte le trattative tra la Natuzzi ed i sindacati Feneal Uil, Filca Cisl e Fillea Cgil.

“A questo punto è inevitabile che partano le lettere di licenziamento per i circa 300 lavoratori – spiega il segretario Uil – ma non staremo certamente a guardare. Chiederemo subito alle Regioni interessate, Puglia e Basilicata, e al Ministero, il blocco immediato delle provvidenze destinate alla Natuzzi; così come va considerato disdettato l’accordo raggiunto per il taglio degli stipendi. Tutto faceva parte di un unico pacchetto: visto che l’azienda non intende rispettare gli accordi, ognuno a questo punto si riprende il suo”.

Anche l’azienda ha diffuso un comunicato stampa al termine dell’incontro per la procedura di mobilità aperta lo scorso 26 luglio: “In nessuno degli Accordi siglati al Mise – recita il comunicato – l’azienda si è mai impegnata a riassorbire nell’attuale organico del polo Italia i collaboratori in esubero. Tutti gli accordi sottoscritti con le Organizzazioni Sindacali hanno sempre dichiarato, senza equivoci, che i collaboratori in regime di Cassa Integrazione sono da considerarsi esuberi strutturali e che la loro ricollocazione sarebbe avvenuta all’interno di società terze, esterne a Natuzzi”.

“Natuzzi – prosegue il comunicato diffuso – ha sempre sostenuto che si sarebbe impegnata a gestire in maniera condivisa gli esuberi rivenienti dal Piano Industriale presentato a partire dal luglio del 2013. Proprio per rispettare questo impegno, da tre anni Natuzzi lavora senza sosta, impiegando mezzi e risorse proprie, per favorire la loro ricollocazione. Nell’accordo del 14 settembre scorso l’Azienda ha varato un nuovo Piano Sociale che prevede il rafforzamento del progetto di ricollocazione Assist – aumentando l’incentivo per le aziende disposte ad assumerli a tempo indeterminato e incrementando l’incentivo all’esodo”.

“- Nell’incontro di oggi Natuzzi ha comunicato che – grazie all’incremento dell’incentivo per tutti coloro che hanno accettato di aderire alla procedura di mobilità volontaria entro il 7 ottobre 2016 – gli esuberi residui si sono ridotti da 355 a 300. Natuzzi ribadisce la propria disponibilità alla costituzione di un New.co. a cui affidare le commesse della trasformazione del poliuretano per le imbottiture di divani e poltrone. Il Piano prevede l’utilizzo del sito produttivo di Ginosa e l’impiego a regime di circa 100 collaboratori. I tempi di implementazione stimati per la riconversione della fabbrica e l’avvio delle attività sono di 12-18 mesi e gli investimenti necessari ammontano a circa 3 milioni di euro”.

“Il Gruppo  -si legge ancora – è fortemente impegnato a consolidare e mettere in sicurezza il lavoro di 2.000 collaboratori che oggi lavorano in regime di Solidarietà, continuando il trasferimento negli stabilimenti italiani di quella parte di produzione destinata all’estero. Natuzzi – si conclude la nota stampa –  ha fatto appello al senso di responsabilità di tutti affinché prosegua il percorso virtuoso fatto in questi due anni. Un cammino comune e condiviso che sta consentendo il ritorno alla competitività delle produzioni italiane, la salvaguardia occupazionale di 2.000 collaboratori e la riduzione del numero degli esuberi da 1.726 a 300”.

Domattina, mercoledì 12 ottobre, è stata intanto convocata un’assemblea generale dei lavoratori per decidere le forme di lotta da attuare dopo questa nefasta novità. Un pool di avvocati è pronto per affrontare la questione anche sotto il profilo legale.