Mettiamo subito le cose in chiaro: anche noi siamo stufi delle restrizioni. Anche a noi mancano strette di mano, baci, abbracci e balli, a maggior ragione con l’arrivo dell’estate. D’altro canto, però, c’è il buonsenso prima ancora delle regole scritte dettate da governi, comitati tecnico-scientifici e ministri.

In zona bianca, persino in zona bianca, quest’estate nelle discoteche non si potrà ballare. Neppure questo è abbastanza, perché viviamo nel Paese in cui c’è sempre quello più chiavico della compagnia.

E mentre si aspetta l’esperimento del Praja di Gallipoli, per fare chissà quale test, in alcuni stabilimenti balneari Baresi si è ballato come se non ci fosse ancora lo spettro della pandemia e soprattutto come se non esistesse un domani nel giorno dedicato alla Repubblica, ovvero per antonomasia alle libertà ritrovate e alla democrazia.

Le immagini si riferiscono a un noto lido di Monopoli. Al costo di 20 euro a persone era previsto cocktail, un paio di focaccine, ma soprattutto la possibilità di ballare tutti in pista senza mascherina. In questi casi può bastare dire che ognuno è causa del suo male? O si tratta piuttosto di una libertà abusata? E i titolari di quella attività sono gli stessi che hanno pianto per le chiusure e i mancati ristori?

I gestori delle discoteche – quelle omologate come tali – hanno un diavolo per capello. Fanno bene a chiedersi il perché delle inutili limitazioni senza il benché minimo controllo. Dove per controllo s’intente un’attività capillare, non quella sottospecie di ronde in cui si becca il primo sfigato senza mascherina, salvo poi dire alla fine della settimana o del mese: abbiamo elevato x sanzioni e denunciato y persone.

La cosa che più indigna, però, sono le storie con i “finalmente” stampati in sovraimpressione pubblicate con disinvoltura sui sociali, postate e ripostate migliaia di volte. Non ci sono inviti, appelli o suppliche che tengano, il buonsenso lo abbiamo perso molto prima di essere travolti dal Covid.