il giaciglio di un senzatetto davanti alla vetrina di Gucci a Bari - foto pubblicata su Facebook da Vito Viterbo

Il rischio di scivolare nella retorica un tot al chilo è altissimo, ancora di più se nella sequenza ci si sofferma a guardare la fotografia con gli uomini d’affari che, in giacca e cravatta, camminano passando davanti alla scena non poi così insolita, più interessati all’obiettivo che alla persona stesa per terra.

Lo smartphone cattura svariate facce della società contemporanea, il giaciglio di un senzatetto, fatto di cartoni e pochi stracci, ricavato nella nicchia della vetrina di Gucci, emblema di un alto tenore di vita, vanto in tutto il mondo del Made in Italy, in quella via Sparano ormai sempre meno salotto buono dello shopping cittadino.

Al momento, le popolazioni ai quattro angoli della Terra sono impegnate nella lotta alla pandemia, battaglia che ha cancellato tutto il resto con un colpo di spugna. La povertà, la fame, l’ambiente, gli invisibili, sono usciti dai radar.

Resta, in secondo piano, ma probabilmente solo le conseguenze economiche del covid, il tema del lavoro, mai risolto e forse nemmeno veramente affrontato in maniera seria e convinta. Della persona stesa a terra sotto quei cartoni non sappiamo nulla; chissà se tra i sui sogni di creatura ci sia mai stato quello di dormire circondato dal lusso. Certamente, non così.