Nel periodo in cui si fa un gran parlare di pennivendoli e puttane, per usare le parole con cui l’esponente grillino Alessandro Di Battista ha apostrofato alcuni giornalisti, migliaia di persone stanno condividendo, privatamente con Whatsapp o pubblicamente su Facebook, la foto del bimbo di appena 40 giorni abbandonato all’Ospedale Pediatrico Giovanni XXIII di Bari da una coppia non in grado di provvedere al neonato, affetto da una grave malattia metabolica.

Amici e colleghi sanno perfettamente che non ho mai difeso la categoria né il nostro Ordine, l’una e l’altro colpevoli dello stato penoso in cui versa questa fantastica professione. Le offese di Di Battista, in molti casi, sono più che veritiere e meritate, non mi indignano più tanto. Personalmente, non scenderò in piazza, convinto che più di ogni altra cosa, in mezzo a tanta buona fede e autentica passione, manifesterà l’ipocrisia.

Nel caso del piccolo in questione, però, i più attenti lettori avranno notato come nessuna testata abbia pubblicato la foto in cui si vede chiaramente il volto del bimbo, pur avendola ricevuta in qualche modo. Chi fa questo mestiere da almeno un settimana sa perfettamente che non può diffonderla e che, nel caso, rischia una denuncia pesante.

Lo scatto immortalato chissà da chi, sta girando a più non posso senza sfocature o maschere di alcun tipo sui social network, invece, dove la regolamentazione e il controllo (ben diverso dalla censura, sia chiaro) sono molto più difficili da attuare. Il fine, indubbiamente, è quello di dare una mano a una creatura indifesa, c’è anche chi ha promosso una raccolta fondi, ma se si trattasse di vostro figlio, avreste dato in pasto a tutto il mondo la sua foto? Probabilmente no, e in ogni caso si sarebbe trattato, appunto, di vostro figlio, non del piccolo di qualcun altro.

Questa volta leggi e regole deontologiche hanno funzionato a dovere, per fortuna che ci sono, anche se il dibattito in merito è vecchio come il mondo e ben lontano da una conclusione. Allora perché, benedetti lettori, pur sapendo voi stessi che non si può fare, gelosi come siete della vostra immagine e privacy, state continuando a far girare quella fotografia? Per chi non lo sapesse, tra l’altro, pur nel suo tragico destino, al momento c’è chi se ne sta prendendo cura, e lui non ha bisogno di niente. Noi stessi, in redazione, non sappiamo come fare per poter dare una mano concretamente.

Una cosa, di certo possiamo farla tutti insieme. Cancellare immediatamente quell’immagine dalla bacheca e dal telefono, magari vergognandoci un po’ per non aver riflettuto sulla gravità del gesto, seppure a fin di bene. Così facendo, forse, restituiremo un po’ di rispetto a una creatura indifesa e un po’ di dignità perduta a noi stessi.