La paura che i grandi sogni generano tra quanti non sono avvezzi all’utopia è quella da mancata realizzazione. La frustrazione di non essere riusciti ad acciuffare la speranza. E allora ci si convince che sia meglio il poco, maledetto e subito, al quale purtroppo ci stiamo rassegnando.

Il sogno, che potrebbe cambiare una volta per tutte l’efficienza sanitaria di un pezzo del Nord Barese, è quello di accorpare le eccellenze degli ospedali di Corato, Molfetta e Terlizzi, per farne un unico presidio di primo livello. L’idea del dottor Felice Spaccavento, anestesista dell’ospedale di Corato, sta prendendo piede. Decine di medici dei vari reparti dei tre ospedali hanno firmato il documento che presto sarà consegnato al presidente e assessore alla Sanità della Regione Puglia, Michele Emiliano. Attualmente questo è un percorso non sostenuto per fortuna da nessuna fazione politica e che deve rimanere trasversale, non diventare il premio o l’astuto vessillo di qualche furbetto della politica .

Tutto molto bello, soprattutto se paragonato a ciò che per quel territorio aveva previsto il piano di riordino ospedaliero. Bellissimo, dicevamo, non fosse che qualcuno ha già cominciato a innalzare le barricate, cercando di difendere il proprio campanile. La solita politica che non riesce a vedere al di là del proprio naso. I primi a blindarsi sono stati i coratini, disturbando non solo i sogni ma pure il sonno a molti.

Per esempio alla vecchietta di Giovinazzo, che si domanda: “E io dove caspita vado se mi sento male nel caso togliete l’ospedale a Molfetta?”. Il vero rischio, tanto per la vecchietta quanto per chiunque altro, è un taglio orizzontale e quindi il declassamento di tutte le strutture, senza neppure averne una che possa mettere insieme il meglio dell’offerta sanitaria di un territorio più vasto. E allora, che importa quale sia l’ospedale individuato tra quelli di Corato, Terlizzi e Molfetta, purché si scelga venga fatta tenendo a mente il bene pubblico e non quello elettorale di pochi?

Le altre strutture diventerebbero poliambulatori in grado di assicurare il minimo indispensabile anche alla vecchietta di Giovinazzo, a meno che non stia morendo e allora un’ambulanza del 118 la trasporterebbe all’ospedale unico di primo livello. Avete una grande opportunità, alimentata persino dalla determinazione di alcuni medici appassionati. Non sprecatela, ma unitevi, siate esempio di un cambiamento radicale a quanti ancora sono convinti di dover coltivare primizie solo nel proprio ormai super sfruttato orticello.

L’APPELLO DI FELICE SPACCAVENTOL’idea di Ospedale Unico del Nord Barese è un’idea bellissima che non deve essere inquinata da campanilismi inutili e ossessivi nonché da circoli di partiti paesani che devono pensare al benessere dell’area e non del proprio orticello. Questo è il progetto che abbiamo discusso con il Presidente Michele Emiliano, unico nostro interlocutore in questo momento. Tutto il resto è aria fritta. Il documento di adesione al nostro progetto di accorpamento in uno qualsiasi dei tre ospedali esistenti è firmato in questi giorni da un gran numero di medici di tutti e tre i presidi. E fra qualche giorno sarà consegnato. Noi diamo questa disponibilità. Non abbiamo fatto nomi o indicazioni su quale ospedale si presta a questa bellissima condivisione, ma abbiamo solo detto che siamo prontissimi ad un unico Ospedale di I livello! E questa è una grandissima manifestazione d’amore di molti medici di tutti questi ospedali! Non smettiamo di sognare!