Il sindaco di Bari e la sua maggioranza, già abbastanza svolgiati quando si tratta di presenziare ai Consigli Comunali, non possono che andare a nozze se a porgergli la stampella è addirittura una buona parte dell’opposizione. I più arditi parlano addirittura di un patto non scritto e scellerato tra una fetta di opposizione e il primo cittadino. Un modo per tenere a bada chi alza troppo la mano, ma soprattutto la cresta.

Diciamocela tutta la storiella sul ventesimo Consiglio comunale saltato in poco più di due anni, alla modica cifra di 20mila euro di soldi dei cittadini baresi, da spendere piuttosto per migliorare le sorti della città e dei suoi abitanti. Questo giro è andato deserto per fare uno sgambetto a Irma Melini, consigliera del gruppo misto.

Dopo il golpe ordito ai danni di Pasquale Finocchio, defenestrato dalla guida del gruppo misto a beneficio di Michele Caradonna, anche l’opposizione ha deciso di calare il carico pesante. Una cosa del tipo: non puoi pensare di fare come ti pare, prenderti il gruppo misto e farla del tutto franca. E quando la minoranza è a brandelli, la maggioranza se la suona e se la canta come gli pare. Esattamente come sta succedendo al Comune di Bari.

Al Consiglio Comunale monotematico sull’emergenza allagamenti, decoro della città e contratto di servizio con l’Amiu – mica bruscolini -, non si sono presentati neppure alcuni dei consiglieri che quella sedutase l’erano autoconvocata, affidando l’onore della prima firma proprio a Irma Melini. Uno spettacolo indecoroso, per molti versi persino peggiore di quelli a cui il regista ci ha fatto assistere finora. Facciamo una proposta. Aboliamoli questi maledetti Consigli Comunali. Se ci pensate, converrete con noi che la bagarre interna ai partiti si può fare tranquillamente nei corridoi di Palazzo di Città, mentre dei “faremo” sono già piene le pagine dei giornali.