Seppure qualcuno ce l’abbia affibbiata, non sentiamo addosso la colpa di aver costretto la F.C. Bari 1908 al silenzio stampa. Non siamo prevenuti, non abbiamo pregiudizi, ma neppure facciamo finta di niente. Al netto della ripicca della chiusura del bar della sala stampa nell’ultima partita casalinga (tra il serio e il gossip ndr), resta l’ennesima prestazione deludente. Il solito inizio arrembante e una ripresa a dir poco vergognosa. Del resto, cosa avrebbe potuto dire chiunque fosse stato messo davanti a un obiettivo per difendere la prestazione di Lanciano e più in generale la gestione della squadra?

Il silenzio è utile solo se serve a recuperare energie, a concentrarsi per ritrovare il senso di un progetto ormai smarrito. Un progetto fatto tutto di proclami e poca sostanza. Si cambia l’ordine delle pedine, ma il risultato cambia poco. Siamo rimasti anche noi affascinati dalla campagna acquisti dell’estate scorsa, incuriositi dagli stimoli dei tanti galletti sistemati in un pollaio senza ambizioni reali. Siamo rimasti interdetti, invece, dalla campagna acquisti di gennaio. Per la verità sono stati tanti quelli ad essere rimasti sorpresi. Il Bari degli annunci e delle comunicazioni ufficiali, dei post fighi su Facebook, non può essere la soluzione alla voglia di chiudere definitivamente con il passato. Una comunicazione lenta e farraginosa, che ha portato noi e tanti altri colleghi a pubblicare inesattezze, costretti a rincorrere le mezze frasi che mal si conciliano con questa era.

Abbiamo dovuto assistere, per via di questa comunicazione, ad un graduale ma inesorabile appiattimento delle notizie a tinte biancorosse. Viviamo di frasi tutte uguali e di ribattute. Il silenzio come alternativa a tutto questo è certamente una scelta giusta. Quando finirà la ritorsione nei confronti di quanti non applaudono tanto per acconsentire, dovreste usare la parola ritrovata per spiegare quali sono le reali intenzioni di questo Bari. Noi, non le abbiamo del tutto capite.