«Non temo nessuno di quei ladri», aveva tuonato a una settimana dal voto, convito di esere eletto al primo turno. Non ho avuto il coraggio di dirgli che erano gli altri a non temerlo, divertiti delle sue corbellerie da autentico “Ribellione” del popolo, come si definiva e forse si definisce ancora. Gerardo Cetto Laqualunque Bevilacqua, candidato sindaco al Comune di Cerignola, il non politico aspirante alla poltrona di primo cittadino più sbeffeggiato d’Italia, naufraga in 521 preferenze (l’1,84%), mentre le “Voci nuove” (la lista che lo appoggiava) di voti ne prende 452. Neppure tutti i parenti lo hanno sostenuto, evidentemente sotto shock dopo lo slogan: “Cultura, lavoro, sociale e omertà”.

Chissà se Bevilacqua ha ancora voglia di andare a occupare il Senato, la Camera, la Provincia e le Regioni di Bari e Foggia insieme agli altri ribellioni americani e persino spagnoli. Chissà se avrà ancora voglia di andare a convincere il Prefetto di Foggia per un intervento radicale contro l’inceneritore. L’omertà a cui si riferiva Bevilacqua, evidentemente inconsapevole degli orrori di cui è capace o forse genio assoluto tanto da cavalcare l’onda anomala dell’ignoranza, è quella di chi adesso lo rinnega come San Pietro fece con Gesù Cristo. Settemila persone in piazza al comizio che ha fatto epoca. Settemila telefonini al cielo per poter dire di esserci stati a quella presa per i fondelli comunitaria, al comizio elettorale più sgangherato della storia della politica italiana, dai tempi del suo amato Giuseppe Di Vittorio ai giorni nostri.

Chiamato da radio e televisioni nazionali, Bevilacqua era diventato – chissà quanto ne fosse conscio – lo zimbello della rete, deriso dal mondo intero, che ancora adesso si chiede, dalla Val d’Aosta alla Sicilia, quale fosse il suo programma elettorale. Bevilacqua ha rappresentato meglio di chiunque altro la deriva della politica, in cui un Ribellione qualsiasi ritiene di essere in grado di rivoluzionare le sorti di una città particolarmente difficile da governare, il cui tasso di disoccupazione e criminalità è altissimo. Cerignola, la stessa città dove quando siamo andati a cercarlo per intervistarlo, la prima cosa che ci è stata chiesta era dove avessimo parcheggiato la macchina: “Perché qua te la fanno in due minuti, anche meno”.

Per la cronaca, al ballottaggio andranno Sgarro e Metta, i principali bersagli di invettive e improperi durante interviste e comizi. Evidentemente Cerignola non è ancora pronta per un cambiamento così radicale.