Caro presidente Francesco Rocca,

adesso comprendo fino in fondo perché un nutrito gruppo di colleghi abbia nel tempo mollato la presa sulla Croce Rossa. Le pressioni sono tante e arrivano da ogni parte. In questi ultimi mesi mi sono reso conto di quale importanza abbia l’ente a certi livelli della politica e delle istituzioni. Sono certo che le carte sulle quali reggono i miei pezzi siano le stesse in possesso di quanti hanno seguito la stessa pista prima di me; sono parte di quelle carte che hanno composto le interrogazioni parlamentari del passato o parte di quelle in possesso della Guardia di Finanza.

Alla luce delle ultime sospensioni di alcuni dipendenti, senza stipendio anche per quattro mesi, solo per averle dato del Pinocchio su Facebook (sempre fosse rivolto a lei), spero non sia stato una di quelle milioni di persone scese in piazza brandendo il cartello #jesuischarlie a rivendicare la libertà di una stampa che, in tanti casi, sta morendo piano piano. A meno che anche Renzi abbia adottato provvedimenti contro Salvini, per avergli dato del Pinocchio senza se e senza ma.

Mi dispiace apprendere da Facebook che “Il giornalaio” – probabilmente io, essendo l’unico al momento che scrive in maniera non allineata sulla Croce Rossa – si “è guadagnato altre tre querele…”, ma di più che, su consiglio del suo legale, farete a quel giornalaio – in realtà giornalista dal 2001, professionista dal 2003 – “un azione civile diretta di risarcimento danni… Più veloce e più dolorosa…Lasciando che il processo penale faccia il suo corso…”

Peccato che il virus della querela, anche detto virus del giornalaio, abbia colpito anche lei. Quella malattia spesso incurabile di chi non accetta la seppur minima contestazione. Da tempo le chiediamo un incontro, la possibilità di vedere insieme a lei le carte in nostro possesso, farci raccontare la sua lettura di quelle stesse carte. In attesa di un suo riscontro continueremo a raccontare altre storie dall’Abruzzo, dalle Marche, dalla Lombardia e dalla Campania, dalla Basilicata e dalla Puglia, dalla Sicilia, dal Molise e ovviamente anche da Roma.

Noi continuiamo a restare a disposizione per un’intervista, un’analisi dei documenti che, per esempio, parlano di fondi legittimamente elargiti con grande slancio ad alcune decine di sedi della Croce Rossa sparse per il mondo, prima di essere nominato vice presidente internazionale dell’ente, mentre è in corso la privatizzazione e la Croce Rossa Italiana ha messo in vendita il suo patrimonio immobiliare. Un incontro per chiarire le ragioni delle decine, decine e decine di comissariamenti di comitati locali, provinciali e regionali negli ultimi due anni. A leggere alcuni documenti sembra di avere a che fare con il presidente di un ente praticamente commissariato. I temi sono tanti e tutti molto complessi. Sono certo che questa mia lettera – così come tutti i pezzi scritti finora – non passerà inosservata.

Cordialmente
Antonio Loconte – direttore di bari.ilquotidianoitaliano.it