Cinque uomini sorpresi in flagranza di reato, vengono arrestati, processati per direttissima, condannati a pene variabili fra un anno e due anni. E subito scarcerati. La sequela di polemiche era quasi ovvia. A partire dalle rimostranze del Sindaco, spesso chiamato in causa molto a sproposito (un Sindaco non è il responsabile dell’Ordine Pubblico in città e soprattutto non ha potere su polizia, carabinieri, guardia di Finanza, magistratura ecc.) che si chiede il perchè di questa fulminea scarcerazione.

Antonio Decaro, fra le altre cose, è ancora fresco del famoso “pestaggio di Natale”, che adesso gli interrogatori di garanzia stanno rivelando sotto ben altra luce: la vittima sarebbe infatti un atleta che pratica lotta libera, la sua accompagnatrice, una ragazza che avrebbe espresso il desiderio di restare in compagnia di un gruppo di concittadini e la rissa, sempre stando alle dichiarazioni degli arrestati, l’avrebbe iniziata proprio la presunta vittima, il lottatore, colpendo con un pugno da stordire (e di fatto lo ha stordito) uno degli accusati, che sarebbe così rimasto a terra esanime (e questo lo avrebbe di fatto messo subito fuori gioco).

Ma a finire dentro, come si ricorderà, con un’accusa pesante che comprende anche la tentata violenza sessuale, sono stati gli amici di quello che, stando all’interrogatorio, si è beccato il primo pugno.

Su questo pestaggio di Natale si è fatta una grande polemica sulla sicurezza in città e sul degrado che porta a simili degenerazioni comportamentali. Un’ordinanza che vietava musica e bevande all’esterno dei locali, fu emanata in fretta e furia dal Sindaco. Rimase comunque, almeno a livelli così macroscopici, l’unico episodio.

Poi invece, cinque ladri colti con le mani nel sacco, non si fanno nemmeno un giorno di galera. Nessuno ha spiegato perchè, ufficialmente. Solo voci: in carcere non c’è posto, nel CIE (?) non c’è posto (e citare il CIE significa ammettere implicitamente che di una galera vera e propria si tratta, dove giacciono persone che non sono mai state processate e condannate).

E poi, fai una ricerca veloce e scopri che il Carcere di Bari (fonte Antigone, l’associazione che sta dalla parte dei detenuti) è uno dei meno affollati d’Italia, ha una buona presenza di personale di sorveglianza e un ottimo centro diagnostico e terapeutico, che lo pongono ai primi posti nel sud Italia. Ma “in carcere non c’era posto”, ovviamente fonte anonima.

Il clima di insicurezza e di illegalità che si è diffuso a Bari, punteggiato da innumerevoli episodi di cronaca nera (soprattutto furti e rapine) non può essere risolto (forse non deve) esclusivamente con le energie e la creatività dell’amministrazione comunale. Mancano organici nella Polizia, nei carabinieri, persino nei tribunali (in attesa che gli ex dipendenti della Provincia chiedano in massa di esservi trasferiti!): sono cose da Governo della Repubblica. Forse è il momento che Antonio Decaro, divenuto renziano alla vigilia della sua elezione a Sindaco, metta all’incasso presso il suo amico Matteo e il suo ministro Angelino Alfano, questa bella cambiale politica.