Ci voleva una rissa, un’aggressione, una crisi che aveva tutte le caratteristiche di un’emergenza razziale perchè le due belle addormentate cittadine, Antonio Decaro e Stefano Donati, rispettivamente Sindaco e Comandante dei Vigili Urbani si rendessero conto di una situazione che andava maturando e peggiorando da anni, anni in cui entrambi erano comunque al corrente di ciò che accadeva quotidianamente.

Solo a rissa accaduta e tragedia sfiorata, infatti, il Sindaco si è deciso a chiedere in Prefettura che l’autobus che il Ministero dell’Interno ha messo a disposizione gratuitamente per portare in città e ritorno gli ospiti del C.A.R.A. si fermasse in centro, a Piazza Libertà, e non più alle Piscine Comunali, che di sicuro in centro non sono.

E dilaniato fra il dire (e il promettere) e il fare, Decaro, che non ha mai neppure per un istante pensato di scusarsi per l’inerzia e l’ignavia dell’Amministrazione che ha ereditato e di cui ha fatto parte, insieme ad un inutile assessore all’accoglienza, Fabio Losito, per dieci anni, occupandosi sempre fra l’altro di mobilità e trasporti, l’ha pensata proprio bella, trasformando un problema organizzativo e logistico (sollecitare la Prefettura a spostare il capolinea in centro, evitando così di sovraccaricare i già moribondi mezzi Amtab) in un autentico problema sociale e razziale.

Una scempiaggine in cui ha costretto a partecipare anche un altro genio molto poco comprensibile dell’Amministrazione Comunale che, pur essendo sulla strada dell’addio (ma non si sa ancora chi dovrà sostituirlo), ha fatto in tempo a combinarne un’altra delle sue: il comandante dei Vigili Urbani, il dott. Stefano Donati.

Per tutta la giornata di ieri, infatti, ha usato i vigili urbani come controllori, impegnando almeno una decina di pattuglie, sul capolinea di Enziteto, dove parte appunto il n° 19 e transita il n° 1, a chiedere i biglietti a chi, fra ospiti del C.A.R.A. e residenti, aveva intenzione di salire a bordo.

“I vigili urbani, su ordine del comune, stazionano alle fermate del numero 1 e del 19, controllando il biglietto ai soli migranti. Poi li intimano di aspettare la navetta “gratuita” solo per loro. No, non siamo a Bari nel 2014, ma in Alabama nel 1950″. Così un mediatore culturale testimonia sulla sua pagina di Facebook.

E chi non aveva il biglietto è stato escluso e fatto scendere: con l’aggravante che pur avendo disponibilità di denaro contante, non c’erano nemmeno i biglietti disponibili da parte dell’autista, che costano 1.50.

Chi c’era, bianco o nero che fosse, ha vissuto l’esperienza di un controllo di polizia fatto su gente che non aveva commesso alcun reato e che non aveva alcuna intenzione di commetterne. I residenti si sono sentiti, loro malgrado, “protetti” da un pericolo inesistente, da una minaccia inesistente.

Definirla una sceneggiata inutile e umiliante, per tutti, a partire dalla stessa città, ci sembra poco. Non sappiamo quale demone abbia abitato le menti di questi due incapaci: come abbiamo fatto a non tener conto che, con un apparato repressivo tale (e completamente inutile), ormai è chiaro che si sia innescata un’emergenza razziale, degna dei tempi amari dell’apartheid sudafricana: per anni si è trascurato il problema, si è penalizzata la cittadinanza con un servizio di trasporto pubblico indecente, si è fatto finta di ignorare che la seconda accoglienza di chi ha tutto il diritto di restare nel nostro paese a causa delle persecuzioni politiche e religiose, tocca al Comune e non certo solo alla buona volontà dei singoli cittadini. Non si è mai intervenuti concretamente sulla Prefettura perchè, trascurando le pressioni di chi, anche fra molti Consiglieri Comunali della passata consiliatura, insisteva per non far arrivare “i negri” in città, facesse fermare i pullman dedicati al C.A.R.A. lì dove si fermano da oggi. In Centro.

Una bruttissima pagina, per Bari. Una pessima figura per chi vorrebbe portare all’attenzione nazionale il brand un po’ farlocco della Smart City. Un fatto grave che dovrebbe accelerare l’addio di Donati e far meditare chi ha deciso di candidare a ogni costo Decaro a Sindaco. Anche fra i tanti millantati sponsor “romani”.