Ci ho pensato per mesi prima di prendere la decisione: denunciare per falsa testimonianza un ex collega di Telenorba. Purtroppo tu, non l’altro, perché hai varcato la soglia e ti sei venduto. Siamo sotto processo. Eri un amico, uno di quelli con cui passi intere giornate. Uno di quegli amici ai quali, non si sa per quale oscura ragione, decidi di confidare i fattacci tuoi. Ti ho denunciato dopo essere finalmente riuscito a rispendere a un paio di domande, che mi hanno quasi consumato: ha un prezzo la dignità? Puoi dire il falso sotto giuramento, per difendere un lavoro precario anche se, in cuor tuo, sai che non sarai mai più come prima? No, assolutamente no. Se ci facciamo fottere dal ricatto occupazionale avrà vinto chi si sta costruendo enormi fortune sfruttando l’incubo della crisi, attraverso il terrore dato in pasto a chi si fa la guerra piuttosto che fare squadra.

La storia è ormai datata e se non avessi scritto un libro, probabilmente sarebbe passata nel dimenticatoio, invece, eccoci qua a raccontare, da quasi tre anni, abusi, diritti calpestati e quel briciolo di dignità rimasta andato a farsi benedire. Un testimone, è testimone della verità, indipendentemente da quale sia l’avvocato che ti ha convocato per porti le domande. E non importa se le risposte le pronunci con un filo di voce, perché te ne vergogni. Stai comunque dicendo il falso e subito dopo firmi sotto quel foglio – che evidentemente per te è carta straccia -, giuri di aver detto la verità. Non è la parola mia contro la tua. Ci sono i documenti, le carte, l’evidenza. Tu, però,  hai scelto di venderti l’anima. Non sei il solo, lo so, ma questo non è una giustificazione. Hai detto – poche parole per chi può capire – che le mattine, tutte le sacrosante mattine, l’ordine di servizio non arrivava dal direttore, non era scritto di suo pugno dal direttore. Agli atti, di ordini di servizio ce ne sono più di 1.500. Li ho portati con la cariola in Tribunale.

Hai fatto la tua scelta. Io ho fatto la mia e, nonostante tutto, ne sono dispiaciuto. Pensa che fesso. Non voglio i tuoi soldi, onore e neppure vendetta. Nessun altro padre di famiglia può credere di salvarsi sulla pelle di un altro padre di famiglia. Non serve essere credenti per sapere di aver commesso un peccato mortale. Non dire falsa testimonianza è un atto di fede, ma anche di legalità, onestà, esempio per quel figlio che spero tu possa continuare a guardare negli occhi. Siamo in guerra, ma dovevamo essere alleati.