«Qui c’è un’emergenza nazionale perché è una criminalità organizzata molto simile alla ‘ndrangheta, che è molto pericolosa perché da una parte ha la violenza della mafia rurale e dall’altra ha l'”intelligenza” della mafia degli affari»: queste le parole del Procuratore capo di Bari, Roberto Rossi, davanti alle telecamere di Studio Aperto Mag. L’intervista, che andrà in onda questa sera su Italia uno, tratta della mafia foggiana, che rientra nel territorio di competenza della Dda di Bari.

La mafia foggiana, ha spiegato Rossi, lavora principalmente con gli albanesi per quanto concerne la droga e, tramite questi, intrattiene rapporti con la Colombia per i rifornimenti di cocaina. Vi sarebbero anche evidenze di legami con la ‘ndrangheta. Il procuratore ha poi chiarito il ruolo dei figli dei boss nella dinamiche mafiose: «Alcuni figli di boss hanno studiato a Milano, voglio dire anche a Università di pregio, quindi è significativo purtroppo non tanto del segnale di voler rompere con la propria famiglia, al contrario, si vanno a formare nei contesti sociali dove circola la ricchezza e i redditi sono più alti».

Elemento di rottura nel contesto foggiano sarebbero, invece, le donne. «Le vere avversarie della criminalità organizzata foggiana sono le donne.» ha affermato Rossi. Sarebbero proprio loro, infatti, le prime ad aver cominciato a reagire. «C’è un caso anche abbastanza famoso – ha ricordato il procuratore – di una mamma di 4 figli, diciamo di boss, che ha deciso di collaborare per eliminare questo rapporto tra figli e padre, nel timore che poi alla fine finissero nelle tipiche faide». Anche le vedove delle vittime hanno «un ruolo importante nella coscienza sociale del foggiano, quindi le donne le ho viste protagoniste della reazione».