La Corte d’Appello di Bari ha condannato Banca Carime, ora Ubi Banca Spa, a risarcire una coppia di piccoli risparmiatori pugliesi che avevano perso tutto a causa di un investimento azzardato nei “bond Cirio”. Tocca alla Magistratura mettere a nudo l’ennesimo comportamento discutibile attuato da alcune banche nei confronti dei piccoli risparmiatori.
La sentenza è la numero 2199/2017, presidente estensore la dottoressa Giancaspro. A renderlo noto è l’associazione Adusbef e il suo vicepresidente regionale pugliese, Massimo Melpignano. “La sentenza sancisce con forza principi importanti per la tutela dei risparmiatori – scrive l’Adusbef – specificando che in caso di investimenti particolarmente rischiosi … il dovere informativo è imposto persino laddove il cliente abbia dato atto nell’ordine di acquisto di aver ricevuto le informazioni necessarie”.
Non solo, “… persino laddove l’investitore si sia rifiutato di fornire le informazioni sui propri obiettivi di investimento e sulla propria propensione al rischio, nel qual caso l’intermediario deve comunque compiere la valutazione di adeguatezza, in base ai principi generali di correttezza e trasparenza, tenendo conto di tutte le informazioni di cui egli sia in
possesso”. La Corte barese pone l’accento sulla trasparenza chiarendo che “… lo scopo dell’informazione è quello di consentire una scelta consapevole in base a tutti gli elementi possibili di valutazione, che non può seriamente ritenersi effetto della mera consegna di ponderosi documenti standardizzati ed infarciti di tecnicismi”.
Un risultato positivo per i due piccoli risparmiatori, arrivato dopo 10 lunghi anni e due gradi di giudizio Il risultato della battaglia processuale, conclusasi positivamente dopo circa di 10 anni e due gradi di giudizio. “Anche in questo caso le istanze di Adusbef e dei risparmiatori traditi sono state accolte dalla attenta Magistratura barese – spiega Melpignano, che ha personalmente assistito i due risparmiatori. La singolarità della vicenda è data dalla circostanza che un prodotto evidentemente tossico sia stato venduto a due cittadini completamente privi di conoscenze finanziarie. I coniugi malcapitati protagonisti di questa triste vicenda non hanno neanche conseguito il titolo di licenza elementare: ciò nonostante la banca ha venduto loro prodotti avariati e di cui non potevano comprendere la rischiosità. Ai due coraggiosi cittadini va il nostro grazie per aver lottato per tutto questo tempo con Adusbef e per non aver mai smesso di credere nella Giustizia”.
Il testo integrale della sentenza è pubblicato su www.studiomelpignano.it e sul sito www.adusbef.bari.it a beneficio di tutti, affinché possa essere depositata nelle migliaia di cause pendenti in tutta Italia relative alla non corretta gestione dei rapporti bancari.