La cifra mensile che la Asl di Bari liquida alle associazioni di volontariato che gestiscono le postazioni del 118 prevede voci specifiche, compresa quella rivolta ai volontari. Il vero problema, però, è che spesso quei soldi i volontari li vedono con il lanternino, quando li vedono. La situazione è abbastanza diffusa e in passato ne abbiamo parlato in maniera dettagliata.

Alla vigilia dell’apertura delle buste con l’offerta tecnica per il nuovo affidamento delle postazioni del 118, le magagne tornano al pettine. Gli operatori chiedono estrema chiarezza, per evitare di assegnare postazioni a chi non ne avrebbe diritto. Non sappiamo se questo possa essere il caso dell’associazione Univol di Modugno, ma certamente il clima associativo è particolarmente teso.

L’Univol, che finora ha gestito la postazione di Palese – attualmente con l’ambulanza secondaria che ha più di 5 anni di anzianità – ha scelto di puntare su quella del San Paolo. Pare che l’ambulanza primaria, la stessa con cui si è partecipato al bando, sia in riparazione. Il problema è che ormai è in riparazione da un bel po’ di tempo. Non dubitiamo possa trattarsi di un grave problema meccanico, ma per accertarlo sarebbe sufficiente che la centrale operativa del 118 controlli i dati del gps.

E veniamo al capitolo clou. I volontari delle postazioni di Palese e Modugno che fanno capo all’Univol, non hanno ancora percepito il rimborso spesa di novembre e dicembre 2015 e di aprile e marzo 2016. Solo ieri sono stati liquidati i rimborsi di ottobre 2015 e marzo 2016. Strano modo di pagare quello che di fatto è un lavoro vero e proprio, con tanto di turni. Ma si sa, la Regione, le istituzoni e la politica preferiscono ignorare questo gigantesco paradosso.

Non solo i pagamenti arretrati e la partecipazione al bando. Anche il clima associativo di volontaristico non ha molto. La settimana scorsa un volontario era stato convocato dal presidente, ma quel volontario era impossibilitato. La risposta? “Si provvederà in merito”. Il risultato? Quel volontario è stato escluso dai turni del 118 di giugno, quindi dal 118 in vista del passaggio dalla postazione di Palese a quella del San Paolo, sempre che le carte siano in regola.

Il bando, anche alla luce di quanto continuiamo a denunciare, è fatto male. In pratica è un monopolio di chi ha avuto la fortuna di entrare nel giro del 118 in tempi non sospetti, quando si faceva tutto a tarallucci e vino. Seppure oggi non si faccia molto diversamente. Bisognerebbe ripartire da zero, non dal copia e incolla di una convenzione che ha lasciato spazio a corruzione e abusi. Nei prossimi giorni racconteremo altre storie da approfondire.

L’omertà di tanti, anche di quanti fino a tre, quattro mesi fa erano pronti a segnalarci magagne di ogni tipo, la dice lunghissima su ciò che è questa chiavica di bando per l’affidazione del servizio del 118. Se l’unica regola per la partecipazione fosse: “Chi è senza peccato scagli la prima pietra”, dovremmo tutti farci accompagnare al pronto soccorso da parenti e amici.

Restiamo a disposizione dell’architetto Antonello Sabato, da poco più di un anno presidente dell’Univol, qualora volesse chiarire questa incresciosa vicenda, magari spiegarci che fine fanno i soldi destinati ai volontari per essere costretto a un pagamento a rate non specificate. Senza contare il fatto che qualche spiegazione Sabato dovrebbe darla anche su alcune altre abitudini associative: trasporti secondari dopo il turno al 118, richieste di trasporti secondari addirittura durante lo stesso turno del 118. I soccorritori, poi, non percepiscono più il rimborso per le ore straordinarie eccedenti al turno regolare del 118. Questo, lo ribadiamo, non è volontariato. Senza contare – situazione particolarente diffusa – della disparità di trattamento a seconda del livello di amicizia e allineamento con le politiche associative.

Ci piacerebbe sapere il motivo per cui l’Univol ha lasciato la postazione di Palese per andare al San Paolo, certamente un territorio più caldo, con un maggior numero di uscite e quindi con un maggiore deperimento macchina. Presidente, batta un colpo e sbugiardi i volontari. Lo faccia con motivazioni convincenti, in modo che nessuno possa avere dubbi sul fatto che la gestione del 118 attenga al volontariato e non al business.