Sig. Tedone, partiamo con ordine: i primi lavori relativi al pirp San Marcello e alla riqualificazione di tutta l’area sono partiti. Ha presente il progetto? Cosa ne pensa?

‹‹Il progetto è favoloso, io ho parlato anche con vari assessori. Mettono in evidenza questo progetto perché vogliono far notare che l’hanno fatto loro. In realtà sono piani europei che transitano dallo IACP., dalla Regione…I meriti sono di tante persone. L’importante è risolvere il problema non solo di quell’area depressa ma di tante aree depresse della città. Nell’area di San Marcello abbiamo tanti problemi, dai marciapiedi alla fogna bianca che manca. Dobbiamo riqualificare tutta l’area. Noi, per esempio, abbiamo due ristoranti in via Toma e quando c’è un poco di pioggia, arriva il torrente, vedi addirittura i cassonetti galleggiare››.

“Dobbiamo riqualificare tutta l’area”. Un’azione di questo tipo dovrebbe includere l’Hotel Ambasciatori. Che mi dice in merito?

‹‹L’Ambasciatori per me è una nota dolente. Noi gestivamo prima della chiusura l’hotel in sub appalto. Chiudemmo con 620 coperti il sabato precedente alla chiusura. Non solo, perché facevamo feste avevamo già prenotato una novantina di comunioni. Tre matrimoni. L’Ambasciatori era la più bella struttura alberghiera che avevamo in città››.

Allora cos’è successo?

‹‹Volevano abbassare il prezzo di quest’albergo per impossessarsene. Dalla curatela fallimentare c’era qualche accordo strano di cui non sto qui a parlare ma mi assumo tutte le responsabilità di quello che sto dicendo. Volevano, insomma, abbassarne il prezzo ma noi riuscimmo a portarlo su. C’inventammo il nome “Osteria di Mario sotto le Stelle” e parliamo di tutta la ristorazione dell’Ambasciatori. Era un albergo vivo, creato con tutti i criteri possibili e immaginabili di sicurezza, e sito in una zona nevralgica della città, vicino alle autostrade››.

Una struttura d’eccellenza, dunque.

‹‹Io parlai con l’allora comandante dei Vigili del Fuoco, Giovanni Micunco  e gli chiesi come mai avesse disposto la chiusura dell’albergo e lui mi rispose: ‘Nessuna chiusura, l’albergo è agibile a tutti i costi’. La mattina dopo Micunco stesso mi disse ‘No, non posso far niente, manca la prevenzione incendi’. C’era qualcosa di losco. L’hotel è ancora così››

Vero. A chi passò la proprietà?

‹‹Hanno cercato di prenderlo alcuni gruppi della città, l’ha preso Capitalia, ora lo sta girando verso altre strutture…Resta il fatto che, per la città, per il quartiere è una perdita incredibile non a caso ci sono anche le fermate dei taxi. Era una zona ricca della città. Era una zona che dava indotto: le 168 stanze dell’hotel Ambasciatori, la piscina panoramica erano qualcosa di meraviglioso››.

Il padre dell’Ambasciatori è stato l’ingegnere Michele Tridente. Lo ha conosciuto? 

‹‹Si, personalmente ed era una persona che per le sue strutture, sia per l’Heritage, alle spalle dell’Ambasciatori che per l’Ambasciatori stesso aveva fatto addirittura bunker antinucleari. C’è però un aspetto da considerare: Tridente aveva iniziato la propria conversione all’Islam, proprio durante la costruzione della struttura. Anche per questa ragione fece sorgere un’altro edificio alle porte di Casamassima nei pressi del complesso Bari Alto, (una sorta di università islamica che ricoprisse il ruolo di trait d’union fra cristianità e islamismo e nella quale erano previsti luoghi di incontro e di preghiera)››.

Questa cosa secondo lei non piacque?

‹‹No. Si arrivò col tempo ad avere un fallimento pieno. Non c’è mai stato nella storia della giurisprudenza barese un fallimento così pieno di beni: dalle ville alle proprietà di Tridente. Lì si vede quanto era losca questa faccenda anche precedentemente al fallimento di Tridente e dell’hotel Ambasciatori. Poi dopo si sono succeduti tanti “mascalzoni”. In città ci sono alcune lobby che fanno più paura della criminalità organizzata››.

In che senso?

‹‹Con quest’ultima, vai da una persona, parli ed è possibile che trovi un accordo più rapido di quello che trovi con i colletti bianchi che sono il pericolo di questa città e della Nazione. Ci hanno portato a poco alla volta ad una debâcle totale. Noi poveri cittadini siamo solo degli spettatori››.

Il Sindaco Emiliano dichiarò alla presentazione del progetto pirp che ci voleva un’ “emilianata”, esortando tutti a fare “qualcosa di destra” per cercare di velocizzare i lavori.  Alla luce di come si sono svolti gli eventi e del suo rapporto col Sindaco, come giudica questa boutade?

‹‹Emiliano è una persona meravigliosa, a livello di contatto umano non ha eguali, ha un modo di fare eccezionale. In realtà, però, Emiliano è uno che in dieci anni ha dato una mano alla città ad andare verso il basso: dal commercio a tutto il resto. Anche queste riunioni che fanno per presentare i progetti…Io non partecipo mai perché non mi serve fare troppe parole, qui servono i fatti e i fatti, in questo momento. non li sta facendo nessuno. Emiliano da quando si è insediato ha fatto una cosa, una delle più negative per la città: ha abbattuto i palazzi di Punta Perotti. Quello era l’inizio di una riqualificazione di un’area depressa e da buttare, che è ancora piena di prostitute, di vecchie aziende diroccate, di topi, di campi rom autorizzati in tacito assenso dal Comune››.

Lei aveva annunciato due anni fa di volersi candidare a sindaco nel 2013. È una proposta ancora in piedi o si tratta di una lotta donchisciottesca contro i mulini a vento?

“Era una provocazione nata su e per Facebook. Si tratta di un tentativo di muovere le acque, di farli un poco spaventare. Ma a loro da un orecchio entra e dall’altro esce. La Nomenclatura politica è la cosa più importante che loro sono convinti ancora di avere. Le prossime elezioni saranno una Torre di Babele: ci saranno un sacco di liste e ancora più candidati. Una marea di persone mi ha supportato però io rispetto alle pacche sulla spalla ho bisogno di fatti. Io ho le mie attività, i miei dipendenti da salvaguardare e, staccandomi dalle attività per fare una campagna elettorale avrei bisogno di 5-6 mesi di concentrazione sulla campagna. Per la par condicio dovrei eliminare tutti i miei programmi radiofonici e televisivi. Se mi stacco da Teleregione e L’AltraRadio io non faccio altro che eliminare per due mesi l’introito alla mia agenzia e alla mia famiglia. Non ho un quattrino da poter investire nella campagna elettorale››.

Lei già provò qualche anno fa a candidarsi, o sbaglio?

‹‹È vero, io ho già fatto un’esperienza di questo genere ma ho portato solo un poco di voti a Gino Cipriani, mio grande amico che rispetto lo stesso. Ho capito in quella circostanza, però, quanto è difficile la competizione elettorale. Devi organizzarti e impegnare quelle 20 ore che dedichi al tuo lavoro, che solo con grande attenzione riesci a portare avanti, per la politica. Io la forza economica per fare una cosa del genere non ce l’ho. Tra l’altro ho la convinzione che i cittadini baresi volterebbero le spalle. Anche se ricevo giornalmente complimenti e pacche sulle spalle, non ho la certezza matematica che il barese sia un popolo ‘corretto’ anche perché nel corso degli anni ha cambiato più volte la proprria “fede” politica. È indecifrabile ciò che accade in questa città.

Alla luce di quello che dice, avrebbe le carte in regola per poter essere il “grillino” di Bari, libero peraltro dagli interrogativi che aleggiano intorno al duo Grillo-Casaleggio…

“Io voglio essere Tommy Tedone, non voglio essere il “grillino”. Amo ogni angolo della mia città, la vivo tutta perché giro dal centro a Japigia fino alle zone periferiche. La situazione è difficile per tutti e in tutti i sensi. I commercianti sono tutti in difficoltà. Tra l’altro c’è una guerra tra poveri. Bari era una città ricca 20 anni fa quando c’era il commercio all’ingrosso in via Argiro e via Melo. Clienti e commercianti arrivavano da ogni parte e la stazione era presa d’assalto››.

Quando sono cambiate le cose?

‹‹Quando De Gennaro decise di fare il Baricentro. Lì Bari cominciò ad impoverirsi. Ora ci sono molte attività legate al franchising ma non c’è attività propria. Anche gli stessi mercatini di Natale anziché mettere in mostra artigianato e prodotti locali, vendono solo roba cinese. È questo che dobbiamo bloccare perché siamo una delle terre più belle d’Europa solo che abbiamo sbagliato tutto››.

Ecco alcune foto che testimoniano lo stato in cui versa l’Hotel Ambasciatori

 

15 dicembre 2012

Angelo Fischetti