Un nuovo e travolgente scandalo ha colpito la politica pugliese, con l’ex assessore della Regione Puglia, Alfonso Pisicchio, e suo fratello Enzo finiti agli arresti domiciliari nell’ambito di un’inchiesta della Procura di Bari. Le accuse mosse non sono di poco conto: corruzione, truffa, e manipolazione di gare d’appalto sembrano essere solo la punta dell’iceberg in una vicenda che getta un’ombra oscura sulla gestione degli affari pubblici.

Secondo quanto riportato dall’ordinanza firmata dalla gip del tribunale di Bari, Ilaria Casu, Alfonso Pisicchio è accusato di aver utilizzato la sua influenza politica e le sue relazioni per favorire imprese conniventi, ottenendo in cambio supporto elettorale e altri favori. Il ruolo del fratello Enzo, secondo l’ordinanza, sarebbe stato quello di esecutore delle direttive di Alfonso e di schermo per nascondere il coinvolgimento del fratello nelle pratiche illecite.

Le accuse non si limitano solo alla sfera politica, ma coinvolgono anche il mondo degli affari. Si parla di gare d’appalto manipolate, con l’obiettivo di favorire determinate imprese in cambio di denaro, promesse di assunzione e finanziamenti illeciti per il partito politico di appartenenza. La somma dei beni sequestrati dalla guardia di finanza, pari a 800mila euro, è solo una delle molteplici conseguenze di questa intricata rete di illeciti.

La turbativa di una gara d’appalto bandita dal Comune di Bari per l’affidamento delle attività di supporto per la gestione e riscossione dei tributi, aggiudicata nel settembre del 2019, con importo a base d’asta di circa 5,5 milioni, è solo uno degli episodi emersi dalle indagini. Si parla di un bando “confezionato ad arte” per favorire un imprenditore in cambio di assunzioni e altri favori personali.

Le indagini hanno anche svelato l’emissione di polizze fideiussorie false, utilizzate per ottenere finanziamenti pubblici dalla Regione Puglia. Un quadro preoccupante che solleva interrogativi sulla trasparenza e l’integrità delle istituzioni regionali e locali.

In un momento in cui la fiducia dei cittadini nelle istituzioni è già messa a dura prova, casi come questo acuiscono il senso di sfiducia e alimentano il bisogno di maggiore trasparenza e controllo nella gestione della cosa pubblica. L’auspicio è che l’inchiesta in corso possa fare piena luce sui fatti accaduti e che coloro che si sono resi responsabili di illeciti vengano condannati secondo le leggi dello Stato, nell’interesse della giustizia e della legalità.