Gli Stanton and the Seasons sono nati a Bari, quartiere Madonnella, ma quasi metà della band arriva dall’Inghilterra. Al primo ascolto sono stato catapultato oltre manica, indietro a certe sonorità un po’ anni 90, quando ascoltavo le classifiche inglesi per scoprire cosa fosse uscito, io amante di quei suoni, del Brit-Pop colto e ricercato, quello che si ispirava ad una tradizione musicale che arriva dagli anni 60 fino ad oggi e che porta con sé la storia di un popolo che ha segnato generazioni di musicisti e ispirato arte e moda. Gli Stanton non hanno nulla da invidiare e certe songs che abbiamo ascoltato alla radio, penso ai The La’s, i Dodgy o The Bluetones fino ad arrivare a Beatles o Bowie, cosa che sicuramente è anche negli ascolti della compagine barese che perfettamente si mescola al progetto fino a creare un’unica anima, “a soul” che parte da Manchester passando da Londra da Watford per arrivare a Bari, a Madonnella appunto! Una produzione da tenere assolutamente d’occhio che sicuramente si farà strada nel complesso e disordinato mondo discografico. Non ci resta che attendere il loro primo live. Li ho incontrati presso il Joy’s Pub on The Beach a Torre Quetta:

 

“Road with a reason” è una ballata rock che segue le regole della classica canzone d’autore. Dura 3 minuti e resta nella mente dell’ascoltatore con la sua melodia e il suo testo. Non esibisce trucchi leziosi né effetti speciali, ma ha una trama musicale solida che segue le orme dei maestri del passato e al contempo vive nel presente.

La forza del brano è nella sua spontaneità, nella naturalezza della scrittura, nel nesso istintivo che lega parole e musica. Entrambe raccontano la vita come un viaggio on the road in cui la motivazione il senso del viaggio è il viaggio stesso, con i suoi tentativi, i fallimenti, l’armonia tra il passo e le stagioni. Qualunque strada sia, se si pensa a tutti quelli che nel tempo l’hanno percorsa, se si immagina la moltitudine di gambe e la serie infinita di ragioni, si capisce che ogni cammino è unico, speciale, irripetibile. La destinazione non conta, l’importante è che la strada ti porti “a casa”, qualunque cosa voglia significare per ognuno (riscoprire il senso di una relazione, ritrovare sé stessi, conquistare la salvezza di un cambiamento). Parole e musica, insieme, viaggiano on the road.

Come il primo singolo “End song”, pubblicato il 24 giugno scorso, e come il resto del disco di Stanton and the Seasons, di prossima uscita, “Road with a reason” è stata registrata live a Bari da Tommy Cavalieri presso Sorriso Studios, con minime sovraincisioni, per catturare il groove naturale del gruppo.

Da un punto di vista musicale, un filo lega questa canzone a una tradizione che viene dagli States: Byrds, Tom Petty, Neil Young, Jayhawks, e l’elenco potrebbe continuare. Lo spirito, infatti, è quello di un classico, capace di dichiarare sé stesso sin dalle prime note e di portare l’immaginario dell’ascoltatore in un orizzonte ben preciso e riconoscibile. Ma un classico rischia di diventare un fossile inanimato quando resta una scatola vuota, stancamente replicata all’infinito senza riuscire a dire niente di nuovo, senza aderire al presente con la sua forma antica. “Road with a reason”, invece, è come una vecchia giacca che ogni volta che la indossi ti sta come nient’altro.

Il brano si fonda su una base ritmica compatta e andante; nel sound solare, quasi cristallino, il pianoforte e l’organo aprono la prospettiva del viaggio insieme all’intreccio di chitarre acustiche ed elettriche, che a tratti fa quasi da controcanto a una voce sicura, calda, profonda, capace di raccontare storie.

Come è già accaduto per “End song”, il video che accompagna “Road with a reason” è stato diretto dal giovane regista Giacomo Scoditti e presenta The Seasons persi da qualche parte in Puglia, in cerca di “una strada con un senso che li riporti a casa”. La grafica della copertina è ancora una volta di Silvia Rossini. La fotografia di Amedeo Persi.

Stanton & the Seasons è un gruppo anglo-italiano (meglio, anglo-barese). L’attuale organico si è configurato nel 2019, ma è composto da musicisti che in realtà si conoscono e suonano insieme da più di vent’anni, in diverse formazioni.

In controtendenza con quanto solitamente accade nella attuale scena musicale, dove vincono la giovinezza, la velocità, l’estemporaneità, la precarietà, l’esteriorità, il “tutto e subito”, la musica di S&S ha l’ambizione di cercare l’intensità non in un fuoco che arde impetuoso e si consuma in breve, bensì in un fuoco che scalda e non si consuma, che resta nel tempo, nella continuità, nella lunga durata.

La band è molto radicata nella realtà urbana di Bari (Madonnella, quartiere multietnico affacciato sul mare, è lo scenario delle loro vite e delle loro creazioni musicali), ma è portata a volgere lo sguardo verso la scena internazionale. La musica di S&S, infatti, è influenzata dalla grande tradizione della canzone d’autore e, come le stagioni, ha dentro di sé molti colori: rock, soul, cosmic country, psichedelia. Tuttavia resta unitaria, con un’impronta riconoscibile.

S&S amano suonare (e registrare) live perché il fulcro del loro sound è il groove, quella sintonia sonora che si crea soltanto quando si suona insieme. Le tracce prevedono poche, mirate sovraincisioni, proprio per non disperdere la spontaneità e l’espressività della performance live.

Ian Stanton – voce e chitarre
Martin Baxter – tastiere
Marcello Laricchia – basso
Gabriele Milella – batteria
Paolo Fioretti – chitarre