In un clima di crescente preoccupazione, gli autotrasportatori che operano nell’indotto dell’ex stabilimento siderurgico Ilva di Taranto hanno organizzato un sit-in davanti alla portineria C, evidenziando le difficoltà causate dai ritardi nei pagamenti delle commesse da parte di Acciaierie d’Italia.

Giacinto Fallone, responsabile del settore Autotrasporto di Casartigiani Taranto, ha espresso la frustrazione di molti operatori del settore, sottolineando la necessità urgente di regolari pagamenti per le commesse svolte. “Siamo all’esasperazione. Non abbiamo neanche un presente. Acciaierie d’Italia deve pagare lo scaduto. Non possiamo lavorare gratis”, ha dichiarato Fallone.

La protesta, a cui partecipano anche l’associazione Aigi e Confapi Industria, mira a mettere in luce la situazione di estrema difficoltà dell’indotto, con diverse aziende che hanno dovuto prendere misure estreme, come la vendita di case e mezzi, per far fronte alla mancanza di liquidità.

Fabio Greco, presidente Aigi, ha evidenziato la gravità della situazione, sottolineando la necessità di risposte concrete e certezze per gli operatori del settore. “Se questo stabilimento è strategico, perché non si fa nulla per arrivare a un compromesso?”, ha domandato Greco. Ha inoltre sottolineato che, in assenza di un accordo positivo, si prospetta una crisi finanziaria irreversibile, con molte aziende associate già in una profonda crisi, pronte a mettere in cassa integrazione i dipendenti.

La richiesta principale degli autotrasportatori è quella di rispettare le regole sui tempi di pagamento, indicando che i trasportatori devono essere remunerati entro un massimo di 60 giorni dall’emissione della fattura. La protesta rimarrà pacifica, ma gli autotrasportatori hanno annunciato la loro determinazione a rimanere in presidio finché non saranno viste volontà concrete di cambiare la situazione. Con l’incontro tra il governo e ArcelorMittal previsto per l’8 gennaio, si prospetta un momento cruciale per cercare soluzioni a questa complessa questione che sta mettendo a dura prova l’indotto dell’ex Ilva.