Stiamo per raccontarvi una di quelle storie che nessuno mai vorrebbe ritrovarsi a leggere, la storia di un labrador di 4 anni, detenuto dalla sua padrona sul terrazzo di casa a Tricase, con il collare agganciato a una catena. Il 10 settembre scorso l’animale, probabilmente nel tentativo di fuggire e saltare giù da quell’orrendo luogo di solitudine e abbandono, è rimasto impiccato al parapetto del lastricato solare. Per lui non c’è stato niente da fare, di lì a poco è morto asfissiato, dopo aver guaito per qualche minuto richiamando l’attenzione dei vicini.

Questi ultimi hanno chiamato immediatamente la Polizia Locale che è intervenuta sul posto con il personale dell’Asl Siav-c area Lecce Sud, il Nucleo di Polizia giudiziaria delle guardie zoofile Agriambiente di Lecce e i Vigili del Fuoco. Gli operatori hanno cercato con tutte le loro forze di liberare il cane da quella mortale posizione, ma purtroppo ogni tentativo di salvataggio in extremis è stato vano. Dopodiché è stato avvisato il pm di turno e si è proceduto alla rimozione del cadavere del labrador. Grazie al microchip del cane è stato possibile risalire alla proprietaria, assente in quel momento; nei suoi confronti sono scattate pesanti sanzioni amministrative e la denuncia penale.

Pierre Luigi Trovatello, guardia zoofila e membro della Commissione per la prevenzione del randagismo della Regione Puglia, si è detto rammaricato per quanto accaduto e ha spiegato che sono “molti i casi di detenzione di cani su lastricati solari, balconi e verande, o peggio ancora a catena, vietata in Puglia, cosa che non rispetta assolutamente l’etologia di un animale come un cane o un gatto”. Trovatello ha evidenziato come “la scelta di adottare un animale debba essere consapevole”. “Prima di adottare un animale in famiglia – ha spiegato -, siate certi di poterne garantire la tutela della salute e del benessere, e ricordate che vanno trattati come componenti della famiglia stessa, e mai come oggetti da poter accantonare al fabbisogno”.