Non si presenta per più di 180 giorni a lavoro, per motivi di salute, e viene licenziato dal suo datore per giusta causa. Senonché l’uomo è stato reintegrato dal giudice del Lavoro di Taranto, Annamaria Lastella, perchè il titolare avrebbe applicato nei confronti del dipendente un contratto diverso da quello siglato, che prevede quindi una differente modalità di calcolo del periodo di malattia da non superare. La vicenda è accaduta il 23 gennaio scorso a Taranto, avendo come protagonista un bancosta di un bar caffetteria. Quest’ultimo, assistito dall’avvocato Mario Soggi legale dell’Unione sindacale di base tarantina,  ha fatto ricorso e ha vinto la causa.

Il magistrato ha comunicato la nullità del licenziamento e ordinato l’immediata reintegrazione dell’uomo al proprio impiego. Il datore è stato, invece, condannato al pagamento di tutti gli stipendi dal giorno in cui il dipendete è stato mandato via fino a quello in cui è stato reintregrato. L’errore del titolare sarebbe stato calcolare i giorni di malattia che spettavano al lavoratore, facendo riferimento al Contratto collettivo per i dipendenti da aziende del Terziario, della distribuzione e dei servizi, senza considerare che tale rapporto lavorativo era regolamentato dal contratto Pubblici esercizi, ristorazione collettiva e commerciale e turismo.